Quando si diventa mamma per la prima volta si è sempre alla ricerca di buoni consigli. Se qualche decennio fa ci si rivolgeva a parenti e amiche che ci erano già passate, oggi il web è diventato il primo canale a cui rivolgersi.
Siti web, gruppi su Facebook, forum di vario tipo,… le informazioni di certo non mancano e spesso vengono dispensate da mamme che sentono il bisogno di condividere le loro esperienze.
Ma cosa spinge una donna, senza un particolare titolo di studio, ad aprire un blog per le altre mamme? Non esiste una risposta sola. Di certo posso dire perché ho deciso di farlo io…
L'universo dei blog per mamme
La “mamma blogger tipo” è una donna tra i 31 e i 35 anni di età, ha uno o due figli, risiede al nord, spesso è una ex lavoratrice ed è portatrice sana di buoni consigli per tutte le altre madri.
Il fenomeno è piuttosto recente, ma destinato a crescere. Stando ai dati ufficiali
sono 4.000 le donne madri in Italia che hanno sentito il bisogno di condividere
la loro esperienza sul web (fonte: Fattore Mamma). Tuttavia credo
che questo dato nasconda numeri ancora maggiori.
E col mio articolo…diciamo che il numero sale a 4001!
Tanti buoni consigli creano madri migliori?
Prima di essere mamma io stessa, guardavo con scetticismo a queste consulenti improvvisate. Avere un figlio non ci qualifica come pedagogiste, ci vuol ben altro.
E poi, con tutti questi buoni consigli per essere una brava mamma, perché ci sono in giro tanti bambini ingestibili? E tanti genitori esausti?
Per dieci anni ho lavorato full time in un famoso e molto frequentato negozio di mobili, come consulente d’arredo. Non trattandosi di un “atelier”, ma di grande distribuzione aperta 7/7, ho avuto a che fare con tante famiglie… e i loro bambini.
Ammetto che il compito non era dei più semplici per un genitore. Tenere un bimbo fermo su una sedia, mentre mamma e papà progettano la loro cucina, per ore.
In quegli anni ho visto di tutto. Bambini Tarzan tuffarsi dai letti a castello. Indiana Jones infilarsi sotto il tavolo e staccare la corrente del computer. Cuccioli di quattro anni smarrirsi nei parcheggi sotterranei. E genitori spaventati urlarsi l’un l’altro: “Ma non lo stavi guardando tu?!?!?”
Addirittura una madre gridò: “Adesso chiamo i carabinieri!!!” a suo figlio decenne che stava facendo non ricordo cosa.
Buoni consigli per essere mamma? Non è mai troppo presto per essere il punto di riferimento del proprio figlio.
Il giorno in cui è nato Yussef, mio figlio, avevo chiare in mente le scelte che avrei o non avrei preso riguardo la sua educazione.
Eravamo ancora in ospedale quando ho cominciato a metterle tutte in discussione.
L’obiettivo rimaneva essere una brava mamma, ma il percorso per arrivarci stava prendendo direzioni inaspettate. Cominciai a capire che non si trattava solo di regole e disciplina. Di tenere il punto su chi di noi due comandasse, per impedirgli di manipolarmi con pianti e capricci.
Tutto ruotava intorno alla mia capacità di essere “affidabile” ai suoi occhi. Avrei dovuto aspettare che fosse più grande? No. Occorreva cominciare subito, risolvendogli quei piccoli e vitali problemi di tutti i giorni, attraverso un’educazione dolce.
Per prima cosa ho così cominciato a guardare con scetticismo ai falsi miti sulla prima infanzia per cui un neonato che piange è già sulla strada per diventare un bambino viziato. (Scopri i bisogni che il tuo bambino ti comunica piangendo e come porvi rimedio. Clicca qui!). Nei mesi successivi blog e video sono diventati la mia enciclopedia della “mamma non del tutto imperfetta”,
Concludendo, tutti questi buoni consigli per essere mamma servono davvero?
Non posso dire di aver trovato la mia “mamma blogger guru”, così come non pretendo di diventarlo io. Tuttavia è stato anche grazie ai loro consigli per essere una brava mamma che Yussef e io abbiamo raggiunto tanti piccoli traguardi.
Ho capito che il primo anno di vita di un bambino è un momento d’oro nel suo percorso di crescita ed è quello che vorrei a mia volta condividere con chi leggerà.
E spero di poter essere anch’io utile a qualche neomamma che, come me, ricevendo il suo piccolino tra le braccia esclamerà all’ostetrica: “Io di bambini piccoli non ne so nulla!”.
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