Sculacciate e punizioni? Meglio farne a meno

Sculacciate e punizioni? Meglio farne a meno.

Dopo aver affinato la nostra sensibilità per secoli, finalmente la società in cui viviamo è arrivata a condannare la violenza in ogni sua forma. Tuttavia sculacciate e punizioni corporali sui bambini sono tutt’ora tollerate. Molte persone ritengono ancora che sia il metodo più efficace per “far passare il messaggio”, purché lo si usi con parsimonia.

“Io qualche sculacciata l’ho presa e non sono mica un delinquente!”. Quante volte lo si sente dire, o lo diciamo noi stessi?

Sarà poi vero che qualche schiaffo, sculacciata o punizione ogni tanto risolve la situazione e non lascia tracce?

Certamente no, altrimenti non parlerei di educazione dolce. Ma andiamo con ordine.

Sculacciate e punizioni. Che effetto hanno sul genitore?

Telecamere nascoste dentro gli asili ci hanno restituito immagini di bambini strattonati, sballottati o sculacciati dalle maestre. E queste scene non ci lasciano indifferenti, toccando la nostra sensibilità.

Ma che differenza c’è tra una maestra che strattona un alunno e una madre o un padre che dà una sculacciata al figlio o, peggio, uno schiaffo? Il fatto di essere genitori ci autorizza in qualche modo a ricorrere, di tanto in tanto, a sistemi che in altre circostanze condanneremmo? 

Sicuramente un genitore che ricorre alle sculacciate o altre punizioni corporali, solo in situazioni limite, sente di farlo per il bene di suo figlio. Si rifiuta di mangiare, di studiare, di rientrare in casa all’orario stabilito. Al centesimo richiamo e alla trecentesima ramanzina una sculacciata può partire. Lo si fa per proteggerli, per guidarli. Insomma, per amore.

Prima di affrontare le conseguenze che ha sul bambino, vorrei riflettere su cosa prova il genitore. Non ci si pensa, ma la sculacciata o lo schiaffo generano una reazione in chi li riceve, ma anche in chi li dà.

Sculacciate e punizioni: cosa prova un genitore?

Il bambino è lì davanti che ha combinato l’ennesimo casino o che recrimina un suo diritto a fare di testa sua e disobbedire. Il genitore sente salire il sangue al cervello, magari è stanco e preoccupato per cose di lavoro, non capisce più niente e BAM! La sculacciata parte. 

In quel momento l’adulto è come una fionda caricata al massimo. Ha in sé un’energia che deve riuscire a sfogare e nel momento di maggior tensione scarica tutta l’energia in quella sculacciata. Cosa significa? Significa che la punizione corporale in sé non ha nulla di educativo. Semplicemente serve a chi la infligge per scaricare l’energia che ha accumulato

Una volta fatta uscire, le reazioni sull’adulto possono essere due. 

#1: si sente meglio

In questo caso l’adulto ritiene che la sculacciata sia un valido strumento educativo e per questo non sente alcun senso di colpa. Semplicemente si rassegna al fatto che non poteva fare altrimenti. Se si dovesse ripresentare una situazione analoga è possibile che adotterà la medesima reazione.

#2: si sente in colpa

Se il genitore in questione si sta sforzando di costruire una relazione con il proprio figlio basata sulla fiducia, è possibile che aver inflitto una punizione corporale lo faccia sentire in colpa. Con molta probabilità sentirà di doversi mettere in discussione, domandandosi come ha fatto a cedere a questa tentazione. In questo caso c’è la speranza che, in una situazione analoga, cerchi di non cadere nello stesso errore.

Sculacciate e punizioni. Che effetto hanno sul bambino?

Quando il genitore reagisce spesso con sculacciate e punizioni

Sulle prime sembra che la punizione sia stata risolutiva, perché il bambino rientra subito nella condotta auspicata dal genitore. Ma quando questo schema si ripete con regolarità, nella sua testa matura qualcosa di molto diverso da ciò che si aspetta l’adulto.

La sua conclusione potrebbe essere: “Faccio ciò che voglio, tanto alla peggio mi becco uno schiaffo”

Ciò avviene perché il dolore momentaneo non gli spiegherà nulla su ciò che sta sbagliando e non gli fornirà certo una strada alternativa da seguire. 

In questa maniera, non solo la situazione non si risolverà, ma si spianerà il terreno affinché si ripeta una nuova disobbedienza e una nuova punizione. Insomma, un cane che si morde la coda e un’educazione che non porta da nessuna parte. 

In altri casi la punizione potrebbe creare insicurezza. Sempre perché non spiega il modello giusto, ma punisce quello “sbagliato”, il bambino potrebbe frenarsi dal fare qualcosa per la semplice paura della punizione. Indipendentemente dal fatto che sia una cosa oggettivamente sbagliata o no.

Alla lunga anche il carattere del bambino si modellerà in funzione di queste punizioni. Potrà diventare meno affettuoso, più furbo o troppo timoroso. E, nel peggiore dei casi, a sua volta violento.

Quando succede, ma una volta ogni taaaanto…

Ma se la sculacciata, lo schiaffo o la punizione corporale non è abituale? Se si verifica una volta ogni tanto? In questo caso è possibile che lasci tracce?

Non amo farlo, ma per rispondere voglio raccontare una mia esperienza personale. Premetto di essere sempre stata una bambina tranquillissima e i miei genitori non ricorrevano quasi mai a questo genere di espedienti (dis)educativi. Eppure qualche volta è toccato pure a me. Come quella volta in cui…

Una domenica eravamo andati a fare una scampagnata con amici e parenti e nel gruppo c’erano alcuni ragazzini, miei coetanei, sui 10 anni. Siccome io conoscevo bene il posto, a differenza degli altri, cominciai a insistere con mio padre affinché ci accompagnasse a vedere il mercatino che si teneva sulla strada principale. Più che vedere le bancarelle, avevo voglia, per una volta, di essere la “leader”. E avendo un carattere piuttosto chiuso e timido, quella mia ambizione aveva un che di “incredibile”. Tuttavia dovetti insistere più del dovuto, perché mio padre, non cogliendo il bisogno vero che stava dietro alla mia richiesta, mi suonò uno schiaffo davanti a tutti. In quel momento mi sentii umiliata e piansi, non tanto per il dolore, quanto per la vergogna. E ciò che venne zittito, non furono solo le mie richieste, ma anche il mio desiderio di provare l’ebrezza di uscire dal “guscio”, per una volta. 

Certamente quello schiaffo non ha compromesso la mia serenità, né influenzato il mio carattere. Tuttavia sono passati più di 30 anni e ancora ricordo sia il fatto che le emozioni che provai. 

Conclusione

L’obbiettivo di un genitore non è farsi obbedire dai figli, ma accompagnarli a diventare degli adulti equilibrati, responsabili, empatici e chi più ne ha più ne metta.

Benché le punizioni corporali sui bambini vengano condannate, permane ancora una certa tolleranza per la sculacciata o lo schiaffo che partono di tanto in tanto. 

Quando si sente la voglia di lasciarsi andare sarebbe meglio ricordarsi che stiamo solo sfogando la nostra frustrazione. Ma non stiamo facendo nulla di buono per i nostri figli. Se in quel momento non siamo abbastanza lucidi per affrontare la situazione con calma, è meglio piuttosto lasciar cadere il problema e tornarci su appena sentiamo di essere pronti.

Se crediamo che nostro figlio ci stia sfidando, magari è animato da motivazioni diverse da quelle che ci appaiono immediatamente. Provare a considerare altre opzioni potrebbe risolvere la situazione meglio di qualunque sculacciata. 

Tuttavia, anche se ci impegniamo, può succedere. In questo caso accogliere il nostro malessere e perdonarci non significa sminuire ciò che abbiamo fatto. L’importante è impegnarsi a fare la meglio, la prossima volta. Tanto una prossima volta ci sarà, di certo!

1 commento su “Sculacciate e punizioni? Meglio farne a meno.”

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