Al di là di qualsiasi teoria, quando sentiamo nostro figlio appena nato che piange ci viene spontaneo prenderlo in braccio e camminare. Infatti chi di noi non ha sperimentato almeno una volta l’efficacia di questo metodo? Tuttavia a qualcuno sarà certamente capitato di sentirsi dire: “Se fa così è perché lo hai viziato!”. In realtà i motivi per cui i neonati vogliono che la mamma cammini sono altri e ce li dimostra la scienza.
Infatti uno studio pubblicato sul “Current Biology” del 6 Maggio 2013 smonta la leggenda metropolitana secondo cui i bambini appena nati usino il pianto per strumentalizzarci. Del resto, se è vero che i neonati piangono tanto, è anche vero che lo fanno perché mossi da un bisogno. E se vuoi approfondire quali sono le ragioni principali del pianto e come intervenire puoi leggere l’articolo dedicato, cliccando qui.
Tornando alla ricerca, come è stata condotta e a quali conclusioni sono giunti? Infine i risultati ottenuti come possono aiutarci a essere genitori migliori, più attenti ed empatici?
Come è stata condotta la ricerca
Gli studiosi hanno preso in esame un campione composto da 12 neonati tra 1 e 6 mesi, diviso equamente tra maschi e femmine. E parallelamente hanno condotto uno studio sui topi, in modo da poter ricostruire i sistemi neuronali che portano i cuccioli a calmarsi.
In entrambi i campioni, umani e animali, gli studiosi hanno riscontrato le medesime reazioni. Quando i cuccioli venivano trasportati dalla mamma in maniera dinamica calmavano il pianto, si immobilizzavano e rallentavano il loro battito cardiaco.
Attraverso le prove sui topi gli studiosi sono arrivati alla conclusione che l’origine di questo comportamento risiede in un primordiale impulso alla sopravvivenza.
Sebbene questa conclusione possa apparire inverosimile, considerando il livello di progresso a cui siamo giunti, non è così. Infatti noi esseri umani moderni siamo il risultato di istinti ancestrali che spesso ignoriamo, ma che albergano nella parte più profonda di noi. Ed emergono quando meno ce lo aspettiamo.
Per esempio quando diventiamo genitori sono proprio queste pulsioni a causare quelle divergenze di vedute che possono minare la coppia anche in modo grave.
Perché i neonati vogliono che la mamma cammini?
Prima di tutto occorre partire dall’idea che un neonato non conosce quasi nulla del nostro mondo e che, nei primi mesi di vita, possiede una vista piuttosto scarsa. Quindi un rumore improvviso o un colpo di luce per noi totalmente familiari, agli occhi di un neonato possono apparire come qualcosa di spaventoso.
Sebbene abbia capito poche cose, tra queste c’è la consapevolezza di essere del tutto vulnerabile. Quindi piange in modo da richiedere l’intervento di chi può proteggerlo. In questo momento di paura il fatto di essere sollevato e sentire il contatto fisico gli dà già un iniziale sollievo. Tuttavia solo quando la mamma comincia a camminare il neonato si calma perché, muovendosi, immagina di allontanarsi da quell’ipotetica minaccia che lo aveva spaventato.
Tanto è vero che il neonato non solo smette di piangere, ma assume anche una posizione compatta. Questo allo scopo di agevolare la madre nella fuga e aumentare le sue possibilità di salvezza.
Questo stesso meccanismo si verifica ancora prima della nascita, già dalla 36iesima settimana di gestazione. Non a caso si consiglia alle donne incinte di sdraiarsi e rilassarsi. In questo modo si stimola il bambino a muoversi, nel caso in cui non lo si dovesse sentire per un intervallo importante di tempo.
Se la causa del pianto è limitata a questa necessità primordiale di protezione e fuga il bambino smetterà di piangere. Ma se la causa è altrove il movimento gli darà un sollievo solo temporaneo. Mentre ricomincerà a piangere una volta interrotto il contatto. Questo in caso di fame, sonno, dentizione o coliche.
Accettare che i neonati voglio che la mamma cammini ci può rendere genitori migliori
I risultati di questa ricerca hanno delle importanti ripercussioni sul modo in cui possiamo essere genitori. Infatti il pianto inconsolabile è un importante fattore di rischio negli abusi sui neonati. La frustrazione dovuta alla mancata comprensione del bisogno può portare il genitore a scuotere il figlio. E questa manovra è pericolosa o addirittura fatale se fatta su un corpo ancora immaturo come quello di un neonato.
Ora sappiamo che i bambini appena nati non vogliono manipolarci attraverso il loro pianto. Sappiamo anche che i neonati vogliono che la mamma cammini in modo da allontanarli da quel pericolo che li aveva fatti piangere. La scienza ci dice anche che camminare tenendoli in braccio non li vizierà. E infine che questo è il primo passo nell’indagine delle ragioni di un pianto inconsolabile. Se questo non basta la nostra indagine dovrà andare più in profondità, fino a trovare la vera causa di quel pianto.
Per rendere meno faticoso il processo del portare in braccio, ci si può rivolgere al babywearing, ovvero all’uso di fasce o marsupi. Questa pratica aiuta le mamme nella gestione quotidiana di questo primordiale bisogno di contatto. Poiché lo stesso peso, ben portato, può farci affaticare meno.
- Se vuoi saperne di più sul babywearing e sugli effetti positivi per il tuo bambino, puoi leggere qui.
Dimenticavo! Anche se parlo di mamme tutto questo può benissimo essere fatto dai papà!
Pingback: Come interpretare il pianto dei bambini appena nati - Bambini in Fascia