Allattare al seno resta il progetto principale per la maggior parte delle donne in gravidanza. E nell’immaginario comune è ancora il gesto che rappresenta la nuova maternità. Ma dietro questa pratica dall’apparenza tanto naturale e spontanea, si celano delle insidiose difficoltà che possono sfiancare anche la più granitica delle volontà.
Così anche una neo mamma super convinta di allattare al seno in modo esclusivo si può ritrovare, a qualche settimana dal parto, a scaldare un po’ di latte in polvere. Perché le è sorto il dubbio che il suo latte non sia abbastanza nutriente.
Integrare del latte in formula non ha nulla di sbagliato in sé. Ma ciò su cui si deve intervenire è il supporto. Ovvero fornire tutto il sostegno di cui una donna ha bisogno, anche in termini di informazioni corrette, affinché possa decidere in modo consapevole se continuare ad allattare al seno è ancora la scelta che fa per lei.
Ad oggi, invece, non è così. Infatti molte donne integrano il latte in formula o lo adottano come prima scelta, perché non riescono a trovare le risposte alle loro domande.
Quindi, se sei una futura neo mamma convinta di voler allattare al seno. Oppure una neo mamma alle prese con le prime difficoltà e stai cercando quella buona ragione per non mollare, sei la benvenuta.
In questo articolo troverai le 8 risposte alle domande più frequenti legate all’allattamento al seno. E spero che tra di loro troverai la motivazione che stai cercando per continuare ad allattare al seno il tuo neonato, in modo esclusivo, fino allo svezzamento.
4 cose che ti devi aspettare subito dopo il parto
Tutte noi sappiamo, più o meno, cosa aspettarci dal parto. Ma subito dopo il parto, quando avremo il nostro bambino tra le braccia, che cosa succederà intorno a noi e al nostro corpo?
#1: Progetto "skin to skin" e primo attacco
Subito dopo il parto in molti ospedali si pratica il cosiddetto “Skin to skin”. Ovvero il bambino ancora nudo viene appoggiato per qualche minuto sul petto scoperto della mamma. Questa operazione servirà a scaldare il bambino e a stimolare in lui o lei la ricerca del capezzolo. Quindi vale la pena, prima del parto, chiedere alla struttura che si è scelto se praticano o meno lo “skin to skin”. In ogni caso, è possibile ripetere questa posizione anche nei giorni seguenti, nell’intimità della propria stanza. Infatti…
#2: Hanno chiuso gli "zoo dei neonati"
Ti ricordi quella stanza piena di culle affacciata sul corridoio del reparto maternità? E tutte le persone davanti che fanno vedere ad amici e parenti quale di quelle creaturine urlanti è il proprio pargolo? Ebbene, nelle nuove strutture non ci sono più, fortunatamente! Alle neo mamme e ai loro bambini sono destinate delle stanze singole o doppie, in cui stare insieme, fin da subito, h24. In questo modo, e in mancanza di orari, allattare al seno sarà più facile.
#3: Sua maestà il Colostro
Subito dopo il parto ciò che esce dal seno non è ancora latte, ma un liquido trasparente, leggermente ambrato. Tuttavia occorre cominciare da subito ad allattare, attaccando il bambino ogni volta che piange. Infatti questa sostanza, chiamata colostro, è qualcosa di ancora più nutriente del latte materno. Infatti il colostro contiene sia anticorpi che bioattivi utili ad avviare il sistema immunitario del neonato. Inoltre fornisce al bambino le migliori basi biologiche per sviluppare un sistema digerente sano.
Ma non è tutto oro ciò che luccica. Infatti il colostro è difficile da estrarre e non arriva in grosse quantità. Quindi il bambino dovrà attaccarsi parecchio prima di potersi dire “sazio”. Quindi preparati a stare seduta a seno scoperto per un bel po’…
Comunque questo suo continuo ciucciare, oltre a garantirgli un nutrimento che non avrà mai più eguali in tutto ciò che mangerà per il resto della sua vita, servirà anche a stimolare la montata lattea.
#4: La montata lattea
La montata lattea può arrivare a distanza di 5-7 giorni dal parto. E il segnale è ciò che viene definito “turgore mammario”, ovvero un seno più teso e dolorante con delle zone dure al tatto. Da questo momento in poi il tuo bambino comincerà ad assumere latte materno.
Allattare al seno: 8 risposte alle domande più frequenti
Adesso entriamo nel vivo della questione su come allattare al seno in modo esclusivo il tuo bambino dalla nascita allo svezzamento. E riuscirci sarà una vittoria sotto molti punti di vista. Infatti garantirai al tuo piccolo il miglior nutrimento possibile. Senza contare che per allattare al seno lo dovrai abbracciare, facendolo sentire contenuto e protetto. Inoltre lui o lei sentirà il calore del tuo corpo attraverso il suo organo più sensibile, ovvero la bocca. In più la suzione avrà un effetto calmante immediato in tante occasioni di stress o paura. Infine immagina il risparmio in termini di tempo e denaro. Il latte in formula, infatti, costa e prepararlo richiede del tempo. Insomma, riuscire ad allattare al seno in modo esclusivo può essere una risorsa sotto tanti punti di vista. Quindi prenditi 5 minuti e trova tra le 8 domande che ho riportato di seguito, le risposte che stavi cercando!
Domanda #1: Come devo allattare al seno i primi giorni?
Come ti ho anticipato, il primo liquido a uscire non sarà latte, ma colostro in quantità non certo abbondanti. Quindi è possibile che i primi giorni dovrai allattare il bambino con estrema frequenza perché il suo stomaco si riempirà e svuoterà molto velocemente. E come fa un neonato a chiedere il seno? Ovviamente piangendo. Il pianto di un neonato, infatti, indica sempre un certo bisogno. E ricorda che non è in alcun modo manipolatorio, almeno fino ai 18-20 mesi. Ovvero quando comincia a creare nella sua mente delle connessioni di causa-effetto.
Rispondere prontamente al suo pianto ti porterà necessariamente a trascorrere lunghe e interminabili ore col seno scoperto e il bimbo attaccato. E a domandarti se è normale che il tuo neonato se ne stia attaccato al seno tutto il giorno. Però sappi che è normale e non sei sola. Infatti tutte le neo mamme che hanno deciso di allattare al seno in modo esclusivo ci sono passate o sono ancora nella tua stessa situazione. La lunga permanenza seduta ad allattare è spesso uno dei 4 primi colpi bassi che una neo mamma non si aspetta dall’allattamento al seno. Ma stai tranquilla, perché tutto è destinato a normalizzarsi.
Domanda #2: Come capisco se sto allattando bene?
Se ti domandi come fai a capire se stai allattando bene, allora significa che stai allattando bene.
Infatti allattare al seno in modo sbagliato significa esporre il tuo corpo a problematiche di cui difficilmente potresti non accorgerti. E le prime a presentarsi sono due: il dolore ai capezzoli e l’ingorgo mammario.
Se il metodo di suzione che avete impostato non è corretto, a distanza di pochi giorni i capezzoli si potrebbero infiammare, coprire di piccole piaghe e anche sanguinare. Sebbene non sia nulla di preoccupante, è di certo il segnale che qualcosa sta andando storto. Questo non significa dover rinunciare ad allattare al seno, ma piuttosto guidare il bambino ad avere un metodo di suzione corretto.
L’ingorgo mammario è un altro segnale che, invece, può presentarsi più avanti nel tempo. Se hai un ingorgo in atto sentirai una sensazione simile al turgore mammario, ma più dolorosa. In questo caso occorre prima liberare il seno ingorgato e poi mettere in pratica delle buone abitudini per evitare che il latte stazioni nei dotti, più del necessario.
Domanda #3: Che orari seguire durante l'allattamento al seno?
Ricordo che quando mi lasciarono sola col bambino un’ostetrica mi salutò con queste parole: “Attaccalo 10 minuti per seno ogni 2 ore”.
Io non sapevo nulla di bambini appena nati e di allattamento al seno. Quindi mi limitai a mettere in pratica il consiglio di chi ne sapeva più di me. O almeno così pensavo.
In realtà c’è ancora molta approssimazione su come è giusto allattare al seno, anche tra i “professionisti del settore”. Infatti ciò che ottenni, seguendo quel consiglio, fu solo una gran frustrazione nel vedere il mio bambino che piangeva di continuo.
Quindi la risposta giusta alla domanda: “Che orari seguire durante l’allattamento al seno?” è solo una. Ovvero, non ci sono orari.
Soprattutto durante i primi 30-40 giorni, infatti, l’allattamento al seno è tutto un processo in costruzione. Quindi attaccare il bambino ogni volta che piange serve a nutrirlo, ma anche a calibrare la produzione di latte e, addirittura, bilanciare i suoi nutrienti.
Quindi non ci sono orari per l’allattamento al seno. Perché il latte materno non fa male, non fa ingrassare e non è possibile quantificare ogni poppata in ml, come si fa col latte in formula. Infatti è possibile che una poppata sia più soddisfacente e una meno. Solo il tuo bambino lo può sapere. Quindi ti devi fidare dei suoi segnali e allattare al seno ogni volta che piange.
Domanda #4: Quanto tempo tenere il bambino attaccato al seno? E quanto tempo per seno?
Anche in questo caso non esiste una regola precisa su quanto tempo tenere un bambino appena nato attaccato al seno e quanto a ogni seno. Infatti è possibile che bastino 5 minuti, ma anche 20 o 30.
Quindi la cosa migliore è osservare le reazioni del piccolo. Infatti è possibile che il bambino si addormenti ancora prima di passare al secondo seno. Questo è chiaramente un segnale di sazietà. In questo caso prova a portarlo in culla per farlo continuare a dormire. Se hai difficoltà ad appoggiarlo senza svegliarlo, sappi che ci sono dei passaggi da eseguire per mettere un neonato in culla senza svegliarlo. E se anche questi non dovessero funzionare, perché il tuo bimbo dorme solo in braccio a te, ma piange appena stacca il contatto, allora puoi mettere in pratica il metodo del “distacco graduale”, per introdurre una nanna più autonoma già nei primi mesi.
Se invece è ancora sveglio, ma il tuo bimbo dà segni di insofferenza, quindi borbotta, si stacca e si riattacca, può voler dire che è ora di cambiare seno.
In sintesi, non serve guardare l’orologiio per capire quanto tempo tenere il bambino attaccato al seno. Perché ogni poppata è un caso a sé. Piuttosto allenati a individuare i segnali che il bambino ti manda. E se il tempo di suzione ti sembra infinito, non ti devi preoccupare. Perché è del tutto normale. Cerca piuttosto di avere un aiuto esterno per tutto il resto, soprattutto durante i primi 30-40 giorni di vita del bambino. Anche se al momento ti sembra impossibile, parlane col tuo compagno o la tua famiglia e vedrai che una soluzione si trova!
Domanda #5: Come si fa a capire se il latte materno è sufficiente?
Come abbiamo visto, non sarà certo il pianto del neonato a farci capire se il nostro latte materno è sufficiente. Perché la sequenza poppata-sonno-sveglia-pianto-poppata sarà la tua routine quotidiana, almeno per i prossimi 30-40 giorni.
Allora come fai a capire se il tuo latte materno lo sta nutrendo abbastanza? La risposta la troverai nei suoi pannolini di pipì e cacca.
Infatti il latte materno, come ogni altro alimento, lascia degli scarti e sarà proprio da qui che capirai se il tuo bambino è sufficientemente nutrito.
Per regola, quindi, il tuo bambino dovrà fare almeno 5 o 6 pannolini di pipì e 1 di cacca al giorno. Ma anche qui le regole possono variare. Quindi, oltre ai pannolini, ti consiglio di osservare altri segnali, per capire se il tuo latte è sufficiente.
Primo tra tutti l’idratazione del bambino. Ovvero, osserva occhi, pelle e bocca. Ti sembra che mostrino dei segnali di secchezza? Non soffermarti troppo ad osservare se quando piange escono lacrime. Perché considera che i primi pianti sono senza lacrime, quindi è normale. Ma gli occhi ti sembrano opachi? La pelle è morbida al tatto? Ti sembra che il bambino abbia sufficiente saliva? Se dovessi notare una secchezza strana e un numero di pannolini di pipì scarso, ti consiglio di fare una visita dal pediatra. E se vuoi continuare ad allattare al seno richiedi l’aiuto di una consulente per l’allattamento.
Per la cacca, invece c’è un discorso a parte. Infatti può essere che il bambino ti regali 1 pannolino di cacca al giorno. Ma è anche possibile che resti 7 o 10 giorni senza farla. Questo non deve preoccuparti, infatti il latte materno ha meno scarti di quello in formula, quindi un po’ di stitichezza è del tutto normale!
Domanda #6: Quando il seno è morbido, c'è latte?
Un altro grande interrogativo riguarda la tensione del seno. Infatti ci si immagina che la sensazione data dal turgore mammario, all’inizio della montata lattea, debba permanere per tutta la durata dell’allattamento al seno. In realtà le cose non stanno così.
Infatti, una volta avviato l’allattamento al seno e calibrata la produzione, il seno diventerà più morbido. Così morbido da farti temere che all’interno non ci sia latte. Ma non c’è nulla da preoccuparsi, perché il latte c’è e te lo dimostrerà il tuo bimbo attaccandosi, addormentandosi e bagnando i suoi pannolini di pipì.
Se invece il seno dovesse mostrare dei segnali simili al turgore mammario, una volta avviato l’allattamento, allora significa che i dotti si stanno ostruendo e occorre intervenire subito per sciogliere l’ingorgo mammario, prima che sviluppi un’infezione (mastite).
Domanda #7: Cosa mangiare e bere per fare più latte?
Ciò da cui scaturisce la domanda precedente è il timore di non riuscire ad avere abbastanza latte, quindi la domanda successiva è necessariamente: cosa occorre mangiare e bere per stimolare la produzione di latte materno?
E qui le tradizioni popolari si sprecano fornendo ricette di ogni tipo e varietà.
La verità è che occorre bere a sufficienza, per dare al corpo la materia prima da trasformare in latte. e poi esistono 8 buone abitudini da inserire nella propria routine di neo mamma, per aumentare davvero la produzione di latte. Formule magiche non esistono, ma buone pratiche certamente sì.
Domanda #8: Cibi da evitare se si allatta al seno?
Questo interrogativo è certamente legato alla produzione di latte, ma anche a un altro argomento. Ovvero la possibilità che le coliche del neonato allattato al seno dipendano in qualche modo dalla dieta della mamma. Questa idea comune, in realtà, non ha alcun fondamento scientifico. Infatti non esistono ricerche approfondite su questo argomento. Quindi se il bambino allattato esclusivamente al seno sviluppa gas intestinali e coliche è possibile che la ragione risieda altrove. Infatti, oltre alla dieta, esistono altri 7 motivi per cui un neonato allattato al seno sviluppa gas intestinali.
In generale, comunque, una mamma che vuole allattare al seno il proprio piccolo non dovrebbe bere alcoolici, assumere droghe, fumare e consumare con moderazione cibi troppo zuccherati. Per il resto non esistono restrizioni particolari. E per quanto riguarda i medicinali da assumere in allattamento, occorre leggere le istruzioni, infatti la maggior parte non ha controindicazioni. E per casi più particolari si può chiamare il centro antiveleni di Bergamo.
Conclusione
Allattare al seno è certamente la scelta più naturale e spontanea, ma non è quasi mai una strada tutta in discesa. Piuttosto un percorso a ostacoli in mezzo alla savana… Ho reso l’idea?
Se un tempo le donne si tramandavano le conoscenze di generazione in generazione, oggi questa catena di trasmissione popolare si è spezzata. Per questo internet diventa un luogo fondamentale affinché le conoscenze personali sull’allattamento al seno vengano rimesse in circolazione. Solo così una neo mamma alle prime armi che si sente sola, può sapere che non è l’unica ad aver trovato delle difficoltà. Infatti tutte noi che abbiamo allattato al seno abbiamo conosciuto i suoi stessi dubbi e ci siamo sentite giudicate, esattamente come lei.
Per questo il blog ha una sezione dedicata all’allattamento al seno, e spero di riuscire a mantenerlo il più possibile aggiornato, in modo da fornire, nel mio piccolo, il supporto di cui una donna, appena diventata mamma, ha bisogno!
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