Hai sempre pensato che avresti allattato il tuo bambino al seno, ma l’inizio non è stato dei migliori. Capezzoli doloranti, latte che c’è e non c’è. E adesso senti che il seno ti fa male, è gonfio, ma non esce nulla. Così sei a un passo dal gettare la spugna e abbandonare l’allattamento. Se sei capitata qui con questo stato d’animo, sappi che non c’è una soluzione al tuo problema. Ma ce ne sono almeno 4! Ovvero i 4 rimedi più efficaci su come svuotare un seno ingorgato.
Infatti ciò che impedisce al latte di uscire è il latte stesso che, bloccandosi nei dotti, ha bisogno di una spinta in più per uscire.
Le 4 soluzioni che ti descriverò in questo articolo sono un po’ dei “rimedi della nonna” contro l’ingorgo mammario. E, come tali, possono rivelarsi molto efficaci per svuotare il tuo seno ingorgato.
Ma, prima di ogni cosa, devi essere certa che ciò che ti blocca sia proprio un seno ingorgato. Quindi cominciamo facendo chiarezza su quali siano i sintomi dell’ingorgo mammario. Buona lettura!
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Come capire se soffri di un seno ingorgato
Prima di descrivere i 4 rimedi della nonna, per sbloccare un ingorgo mammario, è bene che tu capisca se il dolore che provi sia realmente dovuto a un seno ingorgato.
Subito dopo il parto ciò che il seno produce non è ancora latte materno, ma il cosiddetto “colostro“. Ovvero un liquido super nutriente, prodotto in quantità esigue. Solo dopo qualche giorno arriva la “montata lattea” che segna la sostituzione del colostro con il latte materno, vero e proprio. Meno nutriente, ma prodotto in quantità maggiori, in relazione alle esigenze del neonato che se ne nutrirà.
La montata lattea viene anticipata e accompagnata dal “turgore mammario“. Ovvero un senso di pienezza e tensione che, però, è destinato a concludersi nel giro di qualche giorno.
Quindi, se senti il tuo seno turgido e dolorante, ma sono passate almeno un paio di settimane dal parte, allora la rigidità che senti, molto probabilmente, è dovuta a un seno ingorgato.
E i 4 rimedi della nonna contro l’ingorgo mammario ti saranno molto utili.
Ma se desideri avere altre indicazioni su ciò che differenzia il turgore mammario da un seno ingorgato, per essere più tranquilla, ti accontento subito.
Cosa differenzia il turgore mammario dall’ingorgo mammario
In entrambi i casi si ha un seno turgido, leggermente dolorante, pesante e con delle zone più tese e rigide. Ma il dolore causato da un seno ingorgato è senza dubbio più accentuato. Inoltre, facendo una spremitura con tiralatte o manuale non vedrai uscire una quantità apprezzabile di latte, in confronto a quanto il seno sembri pieno.
Inoltre il capezzolo appare appiattito, quasi retratto. Quindi diventa anche difficile per il bambino afferrarlo. Infine, un ulteriore sintomo, può essere la comparsa di una leggera febbre.
Come prevenire il seno ingorgato
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Ora che hai chiaro che il dolore che provi non deriva dalla montata lattea, bensì da un seno ingorgato, probabilmente ti stai domandando: “Ma cosa ho sbagliato?”. Molto probabilmente non hai messo in atto la giusta prevenzione. Quindi, per evitare di cadere di nuovo nello stesso problema, dopo che lo avrai risolto, è bene che tu conosca le 4 strategie più efficaci per evitare di ritrovarti il seno ingorgato, in futuro.
#1: Allattamento a richiesta
La strategia più efficace in assoluto per evitare di avere un seno ingorgato è allattare a richiesta. Ovvero attaccare il bambino ogni volta che piange per svuotare il seno il più possibile. E per farlo bene non c’è nulla che funzioni meglio della suzione diretta da parte del bambino. Almeno finché tutti i dotti sono liberi e il latte fluisce senza intoppi.
#2: Impostare un attacco al seno corretto
In secondo luogo è bene accertarti che il bambino afferri il capezzolo nel modo corretto. Infatti se la sua presa è giusta, il flusso di latte che fuoriuscirà sarà più consistente. E i dotti lattiferi verranno svuotati fino nelle zone più periferiche del seno. Il segnale che la suzione non sta andando bene, invece, è la comparsa di piaghe sui capezzoli. Quindi, se oltre a un seno ingorgato, pieno e dolorante, hai notato la comparsa di piaghe, ti consiglio di leggere l’articolo sul dolore ai capezzoli in allattamento, per riuscire a correggere l’attacco al seno del tuo bambino .
#3: Alternare i seni il più possibile
Un altro aspetto a cui fare attenzione, per prevenire la comparsa di un ingorgo mammario è quello di alternare con regolarità seno sinistro e destro. Infatti con bambini appena nati capita di frequente che durante la poppata del secondo seno subentri il sonno. In questo caso, alla poppata successiva, è consigliabile attaccare il bambino all’ultimo seno usato nella poppata precedente, così da riuscire a svuotarlo.
#4: Svuotare un po’ il seno prima di attaccare il bambino
I 4 rimedi della nonna contro l'ingorgo mammario
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Adesso conosci i sintomi, e sai come prevenire lo stesso problema, in futuro. Quindi è arrivato il momento di capire come svuotare un seno ingorgato, con i 5 rimedi della nonna, tradizionali, ma efficacissimi, per sbloccare l’ingorgo mammario.
La cosa importante è intervenire tempestivamente. Ovvero prima che gli alveoli del latte si gonfino troppo e finiscano per rompersi. Infatti, se arrivassi a questa fase, il tuo problema non sarebbe più un seno ingorgato, ma bensì una mastite. Quindi un’infezione.
E ognuna delle strategie su come svuotare un seno ingorgato, servirà a sbloccare il latte, liberare i dotti e tornare ad allattare con maggiore consapevolezza e serenità.
#1. Attacca il bambino ogni volta che lo chiede
La suzione diretta del tuo bambino, non solo rappresenta il primo consiglio per prevenire l’ingorgo mammario, ma è anche il primo rimedio della nonna per risolverlo.
Infatti non c’è nulla che possa imitare la pressione che esercita la bocca di un bebè affamato sul seno della mamma.
Tuttavia mettere in pratica questo primo consiglio, potrebbe rivelarsi complicato. Infatti il seno, gonfiandosi, potrebbe aver parzialmente inglobato il capezzolo.
E in questa condizione il bambino avrà molte difficoltà a trovare il giusto appiglio. Per questo, prima di attaccare il bambino, puoi operare la cosiddetta “pressione inversa“. Ovvero, il secondo rimedio della nonna su come sbloccare un ingorgo mammario.
#2. Il metodo della "Pressione inversa"
La manovra della “pressione inversa” non è altro che un massaggio da imprimere sull’areola del capezzolo in modo da renderlo più turgido ed esposto, quindi più semplice da afferrare per il bambino.
L’immagine qui sotto ti mostra la posizione delle mani durante la pressione inversa. Le dita devono spingere l’areola in direzione del torace, ruotando a 360° intorno al capezzolo. Inoltre la pressione inversa va mantenuta per circa 1 – 3 minuti, per ogni posizione indicata nel disegno.
Quando si formeranno delle fossette ai lati del capezzolo, dovrai subito attaccare il bambino. Infatti l’effetto della pressione inversa non è moto duraturo, e non c’è tempo da perdere. Ma anche se transitorio, l’effetto della pressione inversa permetterà al tuo bebè di avere un appiglio migliore. E con la sua suzione energica potrà richiamare il latte bloccato, fin dalle zone più periferiche del seno.
Ovviamente una sola sessione non basterà. Ma dovrai ripetere il massaggio a pressione inversa prima di ogni poppata, almeno fino a quando non sentirai che il seno ingorgato, piano piano, si sta svuotando.
#3. Scalda, richiama, massaggia
È possibile che, nonostante il massaggio a pressione inversa, il capezzolo non riesca a fuoriuscire abbastanza, da permettere al tuo bambino di attaccarsi correttamente e dare inizio alla suzione.
In questo caso puoi riuscire a sbloccare il problema ricorrendo al terzo rimedio della nonna su come sboccare l’ingorgo mammario. Ovvero, attraverso un massaggio mirato costituito da tre 3 fasi successive.
Fase 1: Rilassa il seno ingorgato per mezzo del calore
Scaldare e rilassare i tessuti, prima di un massaggio, è il modo migliore per ottenere il massimo risultato da questa terza strategia. E per farlo, puoi percorrere diverse strade.
- Una borsa dell’acqua calda applicata localmente sul seno ingorgato
- Un asciugamano bagnato con acqua calda e ben strizzato
- Una doccia o un bagno caldo (bebè permettendo)
- Un pannolino pulito bagnato con acqua calda
- Un cuscinetto per la terapia del caldo (e del freddo) da applicare sul seno ingorgato. Con quest’ultima soluzione potrai ricreare il caldo, prima della poppata e il freddo dopo, per disinfiammare, usando lo stesso strumento.
- Lo scaldi in microonde in 10 secondi
- Puoi inserirlo nella coppetta del reggiseno e tenerlo in posizione per il tempo necessario
- Lo puoi abbinare all’uso del tiralatte, per ottenere il massimo nel minor tempo.
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Fase 2: Massaggia il tuo seno ingorgato
Adesso che il tuo seno ingorgato è sufficientemente caldo, è arrivato il momento di imprimere un massaggio che agevoli la fuoriuscita del latte bloccato e ti aiuti a svuotare il seno.
Non è affatto necessario che tu sia un’esperta massaggiatrice. Tuttavia, mentre imprimi i movimenti necessari, cerca di visualizzare la situazione che sto per descriverti.
Ogni pressione che eserciti sulla mammella servirà a richiamare il latte, dalle zone più periferiche del tuo seno, verso il capezzolo. Quindi immagina proprio i condotti in cui scorre il tuo latte, come tanti canalini morbidi. Il massaggio parte dalle zone del seno più vicine al torace e spinge il latte verso il centro. Ovvero, in direzione del capezzolo.
Puoi disegnare dei cerchi, delle rette, delle spirali. Non ha importanza. Perché questo terzo metodo su come svuotare un seno ingorgato può essere efficace solo se visualizzi i tuoi dotti e spingi il latte, dalla periferia, al centro.
Fase 3: Spremitura manuale
Una volta terminato il massaggio, sarai riuscita a raccogliere la maggior parte del latte che intasava i dotti e condurlo in prossimità del capezzolo. È arrivato, quindi, il momento di buttarlo fuori e svuotare il seno ingorgato.
Chiudi la mano a “C” intorno al seno e posiziona il pollice poco sopra l’areola e l’indice poco sotto. Quindi premi il seno verso il torace e strizza pollice e indice comprimendo l’areola.
Non devi “spremere il capezzolo”, perché in quel punto non ci sono alveoli e ti procureresti solo un gran male!
Quando il latte smette di uscire può voler dire che hai esaurito il latte presente in quella zona del seno. Quindi ruota il palmo della mano portando il pollice e l’indice ai lati del capezzolo e ripeti l’operazione, in modo da interessare una nuova zona.
Per aiutare il latte a fuoriuscire più facilmente potresti immergere il seno ingorgato in una bacinella piena d’acqua, calda ma non troppo, e imprimere lo stesso movimento.
Vuoi essere sempre sicura di aver svuotato completamente il seno? Previeni gli ingorghi mammari, usa il tiralatte, dopo le poppate del tuo bebè.
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#4. Il metodo della bottiglia per svuotare il seno ingorgato
Se la spremitura manuale non ha dato i risultati sperati, puoi ricorrere al quarto rimedio della nonna per svuotare un seno ingorgato. Ovvero, il metodo della bottiglia. Però, per farlo bene e non rischiare scottature, devi seguire con attenzione tutti i passaggi che ti indicherò.
- Per prima cosa, procurati una bottiglia, ben pulita e a collo largo, tipo quelle delle passate di pomodoro o dei succhi di frutta grandi.
- Riempila prima con un po’ di acqua calda, per farla intiepidire e non rischiare una rottura del vetro, e poi svuotala e riempila di acqua bollente.
- Quindi attendi qualche minuto. Poi svuota la bottiglia e raffredda solo il collo sotto un getto di acqua fredda.
- Appoggia il collo della bottiglia al seno, facendolo ben aderire all’areola. In questo modo si creerà nel giro di pochi secondi un “effetto sottovuoto” che estenderà il capezzolo e provocherà la fuoriuscita spontanea del latte.
E per offrire il latte tirato al tuo bebè, non usare una tettarella qualsiasi. “Calma” di Medela è l’unica studiata per riproporre la stessa meccanica della suzione diretta al seno.
In questo modo il tuo bebè non si confonderà.
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Conclusione
Adesso che hai tutte le informazioni, il successo è nelle tue mani. Sappi infatti che, risolto il problema del seno ingorgato, il sogno di allattare il tuo piccolino potrebbe non conoscere più intoppi!
Ricorda, comunque, che l’ingorgo mammario può avere una durata variabile, a seconda di quanto latte è rimasto bloccato nei dotti.
Quindi può volerci qualche giorno, per un ingorgo leggero. Ma anche qualche settimana per sbloccare un ingorgo più serio.
Quindi non scoraggiarti se il tempo passa e la luce in fondo al tunnel sembra ancora lontana.
Metti in pratica con costanza i consigli che ti ho dato e osserva i miglioramenti.
In ogni caso, se l’ingorgo mammario non dovesse sbloccarsi o non sentissi miglioramenti, puoi sempre richiedere l’aiuto del consultorio per l’allattamento o cercare una consulente per l’allattamento nella tua zona. Esistono inoltre gruppi su Facebook dedicati a questo argomento in cui chiedere il riferimento di una consulente che possa aiutarti.
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