Nei miei post troverai consigli, ma mai giudizi. Piuttosto una pacca sulla spalla. Perché, amica, amico, essere genitore è davvero il mestiere più difficile che ci sia! Clicca qui per conoscere la mia storia…
Ci sono momenti in cui il tuo bambino di due anni, o giù di lì, perde la pazienza. Picchia la mamma, dà schiaffi ai genitori oppure picchia altri bambini. E dopo un paio di episodi, cominci a domandarti: “Ma è normale che i bambini di due anni picchiano i genitori?”.
Voglio tranquillizzarti fin dalle prime righe, dicendoti che sì, nella maggior parte dei casi è del tutto normale. E in fondo, se ci rifletti, è anche comprensibile. Prova a pensare, per esempio, a quante volte, nell’arco di una giornata, ti ritrovi a fermare, bloccare, disarmare il tuo bambino. Ogni volta che lo fai, in realtà, ti stai mettendo in mezzo tra tu@ figli@ e un suo progetto. Ora pensa a te stessa, in un momento di forte stress, per esempio, quando hai sentito il sangue salirti alla testa e hai dovuto fare ricorso a tutto il tuo self control per non farti sopraffare dalla rabbia. Quanto è stato difficile, per te, persona adulta, controllarti?
A seconda della situazione, la risposta può variare tra “Un po'” e “Moltissimo!!!!!!!!!!” 😤😤😤
Allora, se è stato difficile per te, quanto può essere ancora più difficile per un bambino di due anni controllare le sue emozioni, soprattutto le più dirompenti, come la rabbia?
Per questo il tuo ruolo di genitore, adesso, è veramente importante. Da un lato, infatti, hai il potere di arginare le situazioni che possono generare rabbia e frustrazione in tuo figlio. E, dall’altro, puoi imparare a gestire, efficacemente, le sue crisi di rabbia quando si verificano.
Sei curiosa di sapere come fare? Allora cominciamo il nostro viaggio alla scoperta dei bambini di due anni che picchiano la mamma o i genitori perché non sanno come gestire la loro rabbia.
Rispondere alla rabbia con altra rabbia può venirti naturale. Ma è anche la reazione in assoluto meno utile per risolvere una tensione con il tuo bambino.
Non sai con cosa sostituire le urla? Leggi i consigli pratici di una mamma pedagogista. E scopri un nuovo modo di comunicare con i tuoi figli. Dai terribili due in poi.
Ma è normale che i bambini di due anni picchiano i genitori?
La prima cosa da considerare, quando si parla di bambini, è l’età. Infatti l’infanzia è un periodo piuttosto lungo e un comportamento “normale” a 2 anni può diventare preoccupante a 5 o 6.
Detto questo, se un bambino che ha 1, 2 o 3 anni alza le mani, tira schiaffi alla mamma o a entrambi i genitori, grida o si butta a terra è normale. Con molta probabilità questo comportamento non rivela nulla sul carattere che avrà da adulto. E nemmeno devi domandarti dove abbia appreso certi comportamenti, se nessuno in famiglia alza le mani o urla. Perché fino a 3 anni i bambini comprendono a fatica le loro emozioni, non empatizzano con quelle degli altri ed esprimono il loro malessere in modo totalmente istintivo e fisico.
Rabbia vai via! Il miglior libro sulla rabbia per bambini di 2 anni
La rabbia arriva in un attimo. Ma come si fa a mandarla via? Un abbraccio? La copertina preferita? Una passeggiata? O un bel respiro profondo? Leggi questo libro col tuo bimbo e scoprite, insieme, come affrontare e superare la rabbia.
Quando devo cominciare a intervenire?
Tuttavia se tuo figlio picchia la mamma o tira schiaffi ai genitori, non dovrai attendere il suo quinto compleanno, per cominciare a intervenire. Il primo passo, infatti, è quello di boccare il comportamento ogni volta che si presenta, con poche parole, facendo capire a tu@ figli@ che non va bene. Ma soprattutto senza farti prendere dallo sconforto se alla prima volta che lo bloccherai lui o lei ti risponderà continuando a picchiarti o ridendoti in faccia. Infatti questa, molto probabilmente, sarà la sua reazione alle tue parole. Sia alla prima volta che le dirai, ma anche alla seconda, alla terza o alla cinquantesima. Ma ricorda che con i bambini vince la coerenza. Quindi la prima regola è: NON DEMORALIZZARTI. Perché, dopo cinquanta volte che blocchi lo stesso comportamento, la volta buona potrebbe essere la cinquantunesima!
L'importanza della formazione del genitore
Non a caso si dice “il mestiere del genitore“. Infatti essere mamma o papà è un vero e proprio lavoro. A mio avviso il più importante di tutti. Infatti se riuscissimo a farlo nel migliore dei modi toglieremmo tanto lavoro a psicologi, terapeuti, ditte di farmaci, spacciatori…
Se il tuo bambino di due anni picchia la mamma o i genitori e speri di trovare qui la risposta a tutti i tuoi dubbi, ti dico che purtroppo resterai delusa. Infatti un articolo su internet sta alla scoperta della verità, come l’antipasto sta al cenone di capodanno. Però leggere ciò che ho da dirti potrà farti venire la curiosità di proseguire nel tuo percorso, informandoti e studiando. Leggendo i testi di chi ha trascorso una vita a gestire i conflitti tra genitori e figli.
Per questo, tra un paragrafo e l’altro, ti proporrò alcuni libri dedicati al mestiere del genitore. Il mio consiglio è di prenderli in considerazione e scegliere di leggere il libro, o i libri, che senti più adatti a te.
Questo è uno dei libri che ho amato di più. Le autrici lo hanno pensato come un manuale pratico per mamme con tanti dubbi e poco tempo per leggere. Infatti ogni capitolo sviluppa una competenza. La mamma può leggerlo, fare un piccolo test a fine capitolo, mettere in pratica i consigli e poi passare al capitolo successivo. Ci puoi mettere anche un anno a leggerlo. Ma alla fine non sarai più la stessa mamma di prima!
5 situazioni che possono far "sbroccare" un bambino di due anni
La prima cosa che devi fare, nel caso in cui il tuo bambino picchi la mamma o, in generale, i genitori è creare le condizioni ideali per prevenire i suoi sentimenti di rabbia e frustrazione. Ma fai attenzione. Infatti questo non significa accondiscendere indiscriminatamente a ogni richiesta del bambino, anche la più strampalata. Ma, piuttosto, anticipare i suoi “bisogni”, avvalendoti della sua innata “semplicità”.
Infatti il tuo bambino, come tutti i bambini, è una creatura complessa che risponde a stimoli semplici. In altre parole, la maggior parte delle sue reazioni nascono da bisogni primari. Come, ad esempio, fame, sonno, sete, voglia di divertirsi o paura di annoiarsi.
E visto in questa ottica, non è poi così difficile prevedere, quindi evitare, le situazioni che potrebbero portare il tuo bambino a picchiare la mamma, i genitori o, più in generale, a manifestare la sua rabbia con la violenza fisica. Quindi leggi con attenzione i 5 scenari che sto per descriverti e riconosci quale o quali di questi sono presenti nella vostra routine quotidiana.
#1: Dici spesso "No!"?
A nessuno di noi piace sentirsi dire “No”. Soprattutto se quel rifiuto ostacola un progetto che ci sta particolarmente a cuore. Se, per esempio, desiderassi le ferie in un certo periodo e il tuo capo te le rifiutasse recisamente e senza darti una valida spiegazione, ti arrabbieresti? Lo stesso accade al tuo bambino di due anni se , per esempio, gli impedissi di tirare fuori dai mobiletti della cucina tutti quegli affascinanti e misteriosi utensili che sono custoditi all’interno.
La tentazione è irresistibile, perché esplorare le sue capacità e l’ambiente in cui è inserito sono dei veri bisogni per lui o lei. Quindi, considerando la sua natura istintiva e fisica, è praticamente certo che tu@ figli@, di fronte al tuo “No! Non toccare!”, si trasformi in un bambino di due anni che picchia la mamma o i genitori. Ma cosa puoi fare per “accontentarlo”, senza mettere a repentaglio la sua sicurezza?
Bloccare un bimbo di 2 anni dicendo “No!” viene del tutto naturale. Ma continuare su questa strada significa ritrovarti un bambino che, prima o poi, ti restituirà tutti i “No” che hai detto.
La soluzione, però, c’è. Ed è riuscire a trasformare i no in sì. Senza per questo diventare permissiva al 100%. Vuoi sapere come fare? È tutto scritto in questo libro!
Prima di tutto potresti rivedere la disposizione degli oggetti negli scaffali, lasciando le cose meno pericolose alla sua portata e nascondendo il resto, nei contenitori più alti.
Ma, più in generale, davanti a tuo figlio che sta per imbarcarsi in un’avventura dall’esito incerto, puoi fermarti e porti 3 domande.
- Sta per far male a se stesso in modo importante?
- Potrebbe fare del male a qualcun altro?
- Rischia di rovinare oggetti che ti appartengono o appartengono a terzi?
Se la risposta è sì, anche solo a una di queste domande, allora vale la pena fermarlo (per capire come, vedi il prossimo punto). In tutti gli altri casi magari basterà alzare l’asticella dell’attenzione. O metterti vicino a lui o lei e accompagnarlo nel suo progetto, anche se apparentemente un po’ spericolato.
A Maria Montessori piacevano i bimbi collaborativi. Così ha passato la sua vita a studiare il metodo più efficace per responsabilizzarli secondo natura. E questo è il libro divulgativo più accurato che ci rivela come trasformare un duenne capriccioso in un bimbo autonomo e collaborativo. L’organizzazione della casa, come stabilire le regole, come vivere le emozioni e tanto, tanto altro…
#2: Ti capita spesso di prenderlo/a di peso o togliere dalle sue mani oggetti che non dovrebbe toccare?
I capricci di tuo figlio sfociano in vere crisi isteriche? Piange, si dimena e arriva ad avere delle convulsioni che ti lasciano senza fiato?
Scopri da dove nascono, come gestirle e quando c’è da preoccuparsi.
#3: Tendi a mettergli/le fretta?
Ed è proprio il bisogno di autonomia che il tuo bambino sta cominciando a sviluppare adesso che ha due anni a complicare il rapporto con lui o lei.
Comincia, per esempio, a stupirti tu stessa della sua curiosità, della sua voglia di sperimentare e mettersi alla prova. Gioisci per i sui successi, come se fossero i tuoi. Abituati a questi pensieri, con l’esercizio quotidiano. E vedrai che i “terribili 2” si trasformeranno negli “Splendidi 2”.
Ma sforzati di organizzare il tempo in base ai ritmi biblici del tuo duenne… per non perdere la pazienza!
Il tuo bambino vuole scegliere i vestiti ogni mattina? Non continuare a dirgli no. Piuttosto metti a sua disposizione un appendiabiti a misura di bambino. Ci posizioni sopra 2 alternative per ogni capo e lasci che sia lui o lei a scegliere.
Stimoli la sua autonomia, non ti stressi e arrivi in orario al lavoro!
#4: Ti capita di inserirlo/a in situazioni potenzialmente “esplosive”?
Infatti i bambini sono abbastanza precisi su certe abitudini e vedersi limitati li porta all’esasperazione, alla rabbia e, talvolta, alla violenza fisica.
#5: Senti fortemente la responsabilità di educare tuo/a figlio/a?
Esiste un modo per risolvere i conflitti con i figli in modo da trovare una soluzione che non scontenti nessuno? Sì. Ed è alla portata di tutti. Thomas Gordon, psicologo specializzato nelle abilità comunicative e nei metodi di risoluzione dei conflitti, in questo libro ci spiega come riuscirci.
Dopo aver lavorato per anni al fianco di famiglie normali, bloccate nello schema “se vinci tu perdo io”, ha deciso di raccogliere qui la sua esperienza. E ci racconta le migliori strategie comunicative per vivere in famiglia, senza urla e rancori.
Ma la rabbia è un sentimento che non si può fare a meno di provare. Quindi anche il bambino cresciuto nel modo più empatico possibile può arrivare a picchiare la mamma o il papà per un no ricevuto o per qualcosa che vuole fare da solo, ma proprio non può.
Quindi, quando arriva il momento, che fare con bambini di due anni che picchiano i genitori?
#1: Non perderti in lunghe spiegazioni
Con i bambini di due anni non serve parlare a lungo e in modo astratto. La cosa importante è controllare il linguaggio del corpo (tono di voce, sguardi, gesti) e dire frasi semplici.
Quindi la prima cosa è guardarlo negli occhi, abbassandoti al suo livello. E dire con voce ferma e calma: “Hai fatto male alla mamma”. Se questo è ancora un concetto astratto, sicuramente esisterà nel suo semplice vocabolario un suono che indica il dolore. Per esempio “bua”, oppure “diddi”, “bibi”, o qualunque ingenuo suono abbiate introdotto. L’importante è che passi subito il messaggio. Ovvero che il bambino colleghi quel suono al dolore che magari lui stesso ha provato quando è caduto e ha sbattuto il ginocchio, la testa, … Benché non sia ancora in grado di empatizzare col dolore altrui, questo gli permetterà di dare una forma più precisa alle conseguenze del suo gesto.
#2: Evita reazioni troppo "plateali"
Parlare troppo o lasciarti andare a scene pittoresche può divertire tuo figlio. Quindi sarà motivato a picchiarti di nuovo solo per il gusto di vederti andare fuori di testa. Ricorda, infatti che ai bambini piace enormemente divertirsi. E per loro non fa alcuna differenza se a farli ridere è un cartone animato, o la propria mamma che urla. L’unica cosa che pensano è : “Ancora! Ancora! Ancora!!!”.
Dopo aver letto questo libro ho capito che a volte un post-it può essere più efficace di tanti discorsi. Ma se il tuo bimbo di 2 anni ancora non sa leggere, ti conviene usare altri metodi, tra quelli descritti qui. Leggi un capitolo, lo metti in pratica e poi passi a quello successivo. Tienilo sul tuo comodino per consultarlo all’occorrenza. Questo libro diventerà il tuo manuale di sopravvivenza.
#3: Verbalizza il motivo del suo disappunto
Abbiamo visto che i bambini di 2 anni picchiano la mamma, i genitori, sé stessi o i coetanei perché, in un momento di forte rabbia, non riescono a comprendere il loro malessere. E, soprattutto, non conoscono un modo diverso dall’aggressività per farlo uscire.
Quindi descrivere tu, a parole, il suo sentimento e la ragione per cui lo prova, può essere un modo efficace per guidarlo piano piano verso la consapevolezza.
Per esempio puoi dire “La mamma non vuole che giochi col coltello e tu sei arrabbiato. Vorresti spaccare tutto! Perché a te piace, lo capisco, è così luccicante e bello. Però non lo sai usare bene e potresti farti la bua grande!”
Sempre con un tono calmo ed empatico puoi guidare la sua attenzione verso un altro oggetto, magari altrettanto interessante, ma meno pericoloso.
#4: Aiuta il bambino a dare un “volto” alla sua rabbia
In questo caso sono molto utili i libri illustrati per bambini. Come ad esempio “Che rabbia!“. In questo albo illustrato, infatti, ci sono due personaggi principali. Roberto, il bambino, e un enorme mostro rosso, ovvero la sua rabbia. Questo mostro, che esce e si materializza, distrugge tutto ciò che c’è nella cameretta di Roberto, compresi i suoi giochi preferiti. Dopo aver visto il disastro lasciato dal mostro, Roberto riesce a ridimensionare questa enorme figura fino a farla rientrare in una piccola scatola. E tornare, più sereno, alla sua vita. In sostanza il libro insegna al bambino che la rabbia, come sentimento, deve essere vissuta, ma anche gestita prima che arrivi a farci fare cose brutte.
Un giorno Roberto si arrabbia tanto, così tanto che dalla sua bocca esce un enorme mostro rosso. E distrugge tutto ciò che c’è nella cameretta. Roberto assiste allo sfacelo e, alla fine, si china a guardare i suoi giochi distrutti. A questo punto capisce che deve fare qualcosa per “domare” il mostro…
Un altro albo illustrato molto bello da proporre al tuo bambino di due anni che picchia la mamma o i genitori, nei momenti di rabbia è “Color collera“. Ogni pagina descrive con immagini e parole una diversa esternazioni della rabbia. Distruggere, urlare, dire cose brutte, buttarsi a terra, pestare i piedi e poi…pentirsi.
Essendo un po’ lungo, è possibile che il tuo bambino di 2 anni non riesca a seguirlo tutto. Ma potrai comunque scegliere due o tre scenette (il testo è scritto in rima) che ripropongono i comportamenti che ha tuo/a figlio/a quando si arrabbia. In questo modo riuscirà a collegare le emozioni della protagonista alle sue e immedesimarsi.
Tuttavia questo libro è perfetto anche per far capire al bambino cosa prova la mamma, quando si arrabbia. Insomma è una lettura a due chiavi, per creare maggiore consapevolezza in entrambi, nella mamma e nel bambino.
“Le volte che esco fuori dai gangheri, divento rossa, più rossa dei gamberi. I miei genitori non san più cine fare: le provano tutte, ma mi fanno infuriare…”.
#5: Fagli picchiare qualcosa che non sia tu
Guardati intorno. Quante cose vedi che potrebbero essere picchiate o prese a testate? I cuscini, per esempio, possono diventare degli ottimi pungiball. Oppure saltare sul letto (con moderazione) o lanciarsi sul divano può aiutare il tuo bambino a sfogare la rabbia o l’energia senza, per questo, picchiare la mamma o i genitori.
Ti confesso che “fare la lotta con i cuscini” ha spesso trasformato i momenti di tensione tra me e mio figlio in un gioco divertente. Entrambi, infatti, prendendoci a cuscinate, riuscivamo a sfogare le nostre tensioni senza far male a nessuno e alla fine ridevamo a crepapelle!
Rabbia vai via! Il miglior libro sulla rabbia per bambini di 2 anni
La rabbia arriva in un attimo. Ma come si fa a mandarla via? Un abbraccio? La copertina preferita? Una passeggiata? O un bel respiro profondo? Leggi questo libro col tuo bimbo e scoprite, insieme, come affrontare e superare la rabbia.
#6: Usa il gioco per insegnargli a gestire le situazioni di crisi
Se il bambino di due anni non picchia solo i suoi genitori, ma anche i coetanei, può essere interessante fare un gioco di ruolo. Per esempio fingi di essere un altro bambino e gioca con tuo figlio. E mima una situazione di tensione. Per esempio lui ti prende il gioco e tu lo rivuoi. In questo modo potrai insegnargli le frasi giuste da usare. Per esempio: “Per piacere, ridammi il mio giocattolo!”. Oppure: “Se ti piace la mia palla, possiamo giocare insieme!”. E così via. Ripetendo spesso questi giochi di ruolo il bambino finirà per interiorizzarli.
#7: Distrailo con altro
Lo ammetto, questa è una scorciatoia che può aiutare noi genitori a cavarcela, ma non dobbiamo abusarne. Infatti è sempre meglio scegliere la strada della consapevolezza. Tuttavia, di tanto in tanto, puoi anche permetterti il lusso di giocare con la mente del tuo bimbo per aiutarlo a superare un suo momento di frustrazione.
Nel caso dell’oggetto pericoloso, per esempio, invece che prenderlo aprendogli la mano a forza, è più utile sostituirlo. Scegli un altro oggetto simile, ma meno pericoloso o meno fragile e proponiglielo. Vedrai che sarà lui a mollare la presa per afferrare il nuovo “tesoro”.
Oppure distrarlo indicando con la mano cose che lo circondano e che non c’entrano col motivo del suo risentimento. Le puoi descrivere a voce, indicarle e approfittare della sua momentanea distrazione per condurlo lontano. Per esempio: “Guarda quel cagnolino! che coda lunga che ha! E come si muove ballonzolando” Che bello!”. E, nel frattempo lo allontani dal precipizio in cui voleva saltare, per imitare Spiderman!
Questo è particolarmente efficace in ambienti aperti e ricchi di dettagli. La cosa importante è usare sempre una voce calma, divertita e anche un po’ infantile. Senza tralasciare l’uso dei vari “Wow!!”, “Che bello!”, eccetera.
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Conclusione
I bambini di due anni che picchiano la mamma o i genitori non devono preoccuparci. Infatti picchiare, mordere, gettarsi a terra sono gli unici modi in cui riescono a far uscire la loro rabbia.
Tuttavia occorre intervenire sempre in modo da comunicare con coerenza e costanza che questi non sono comportamenti accettabili.
Infatti se il problema persistesse oltre i 5 o 6 anni dovrebbe essere trattato in modo certamente più serio.
La cosa importate, con bambini di 2 anni che picchiano i genitori o i coetanei, è essere calmi, empatici, fermi e coerenti. Soprattutto cercare di non essere proprio noi genitori la causa scatenante della loro frustrazione. Quindi, prima di tutto, vanno tenuti a mente i 5 punti per evitare che un bambino “sbrocchi”.
Il sito di Bambini in Fascia aderisce al programma di affiliazione Amazon. Quindi acquistando un prodotto, attraverso uno dei link, ricaverò una piccola percentuale sulla vendita. Ma tu ci guadagnerai la sicurezza di scegliere tra i migliori prodotti per l’infanzia. Ovvero quelli veramente necessari e che ti semplificheranno la vita, nel tuo nuovo ruolo di mamma. Perché, anche se ti senti un po’ sola e tutto ti sembra difficile, sappi che ci siamo passati tutti. Anch’io…da mamma a mamma!
Grazie,
Interessante.. proverò a seguire questi consigli.
Ciao Luca
Essere genitore è difficile. Essere perfetto è impossibile. Ma provarci è già da eroi! Buona vita!
Grazie. È proprio quello che succede a noi. Ma a volte anche alla mia età è difficile non perdere la pazienza
Ciao Elena. Sono contenta che hai trovato utile l’articolo. Hai detto bene, a noi adulti capita di perdere la pazienza e non riuscire a gestire le nostre emozioni. Dovremmo sempre ricordarci di come sia ancora più complicato per un bambino piccolo. Un abbraccio!
Splendido articolo, bravissima e grazie, farò tesoro dei tuoi consigli 🙂
Grazie Chiara! L’obiettivo di questi blog è proprio quello di condividere esperienza e riflessioni, per darci una mano nel difficile lavoro di genitori! Un abbraccio!!