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Bambino di 2 anni che picchia la mamma. È normale?

Nei miei post troverai consigli, ma mai giudizi. Piuttosto una pacca sulla spalla. Perché, amica, amico, essere genitore è davvero il mestiere più difficile che ci sia! Clicca qui per conoscere la mia storia…

Il vostro bambino di 2 anni picchia la mamma. Hai provato a fermarlo, rimproverarlo, punirlo. Ma nulla sembra funzionare. Anzi, capita sempre più spesso che ti sfidi apertamente. Quindi, dopo diversi tentativi falliti, cominci a domandarti se sia normale che un bambino di 2 anni picchi la mamma e si dimostri così ingestibile e aggressivo. 

Voglio tranquillizzarti fin dalle prime righe, dicendoti che sì, nella maggior parte dei casi è del tutto normale. Prova a guardare il bambino che hai davanti. Solo qualche mese fa non poteva fare nulla senza di te, se non guardarsi intorno e captare immagini e suoni. Invece adesso cammina, magari articola qualche parola, ha scoperto alcune cose e ha realizzato che ne esistono altre milioni, ancora più interessanti, da provare

Di fronte a tutta questa energia e curiosità tu, mamma, che sei sempre insieme a lui o lei, ti intrometti, lo blocchi, lo distrai, provvedi a sbarrare porte e ante. Insomma, in una parola, non fai altro che ostacolarlo.

Certamente lo fai per la sua sicurezza, ma lui o lei questo non lo sa. L’unica cosa che riesce a provare è rabbia. Tanta rabbia. E il modo più istintivo per comunicare il suo disappunto è picchiarti. Ecco, in poche righe, cosa si nasconde dietro un bambino di 2 anni che picchia la mamma. Ma non è solo questo. Infatti ci può essere anche della stanchezza o, addirittura, del semplice divertimento.

E tutto questo è fisiologico e normale, entro certi limiti. Tuttavia se sei qui è per trovare qualche utile strumento che ti aiuti ad arginare e, magari, bloccare il tuo bambino di 2 anni che picchia la mamma.

Il primo consiglio è anche il titolo di questo libro. Infatti urlare non serve a nulla. Al contrario vederti andare fuori di testa potrebbe divertirlo molto e convincerlo che picchiarti è proprio una grandiosa idea per passare il tempo!

Come controllare la TUA rabbia? È tutto scritto nel libro “Mamma non urlare” di Allegra Marchetti!

Ma è normale un bambino di 2 anni che picchia la mamma?

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La prima cosa da considerare, quando si parla di bambini, è l’età. Infatti l’infanzia è un periodo piuttosto lungo e un comportamento “normale” a 2 anni può diventare preoccupante a 5 o 6. 

Detto questo, se un bambino che ha 1, 2 o 3 anni alza le mani, tira schiaffi alla mamma o a entrambi i genitori, grida o si butta a terra è normale. Con molta probabilità questo comportamento non rivela nulla sul carattere che avrà da adulto. E nemmeno devi domandarti dove abbia appreso certi comportamenti, se nessuno in famiglia alza le mani o urla. Perché fino a 3 anni i bambini comprendono a fatica le loro emozioni, non empatizzano con quelle degli altri ed esprimono il loro malessere in modo totalmente istintivo e fisico

Rabbia vai via! Il miglior libro sulla rabbia per bambini di 2 anni

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Quando devo cominciare a intervenire?

Tuttavia se il tuo bambino di 2 anni picchia la mamma o tira schiaffi ai genitori, non dovrai attendere il suo quinto compleanno, per cominciare a intervenire. Il primo passo, infatti, è quello di boccare il comportamento ogni volta che si presenta, con poche parole, facendo capire a tu@ figli@ che non va bene. Ma soprattutto senza farti prendere dallo sconforto se alla prima volta che lo bloccherai lui o lei ti risponderà continuando a picchiarti o ridendoti in faccia. Infatti questa, molto probabilmente, sarà la sua reazione alle tue parole. Sia alla prima volta che le dirai, ma anche alla seconda, alla terza o alla cinquantesima. Ma ricorda che con i bambini vince la coerenza. Quindi la prima regola è: NON DEMORALIZZARTI. Perché, dopo cinquanta volte che blocchi lo stesso comportamento, la volta buona potrebbe essere la cinquantunesima!

L'importanza della formazione del genitore

Non a caso si dice “il mestiere del genitore“. Infatti essere mamma o papà è un vero e proprio lavoro. A mio avviso il più importante di tutti. Infatti se riuscissimo a farlo nel migliore dei modi toglieremmo tanto lavoro a psicologi, terapeuti, ditte di farmaci, spacciatori… 

Se il tuo bambino di due anni picchia la mamma o i genitori e speri di trovare qui la risposta a tutti i tuoi dubbi, ti dico che purtroppo resterai delusa. Infatti un articolo su internet sta alla scoperta della verità, come l’antipasto sta al cenone di capodanno. Però leggere ciò che ho da dirti potrà farti venire la curiosità di proseguire nel tuo percorso,  informandoti e studiando. Leggendo i testi di chi ha trascorso una vita a gestire i conflitti tra genitori e figli.

Per questo, tra un paragrafo e l’altro, ti proporrò alcuni libri dedicati al mestiere del genitore. Il mio consiglio è di prenderli in considerazione e scegliere di leggere il libro, o i libri, che senti più adatti a te.

“Come parlare perché i bambini ti ascoltino e come ascoltare perché ti parlino” è il manuale del genitore. Quel libro che non può mancare sul comodino di una mamma.

Il bello di questo libro è che è veramente divulgativo e piacevole da leggere anche se non hai tanta dimestichezza con i libri. 

Individui il problema e ti offre almeno 2 possibili soluzioni.

5 situazioni che possono far "sbroccare" un bambino di due anni

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La prima cosa che devi fare, col tuo bambino di 2 anni che picchia la mamma è creare le condizioni ideali per prevenire i suoi sentimenti di rabbia e frustrazione. 

Questo significa che dovrai sempre dire sì a tutto e permettergli di infilarsi in ogni situazione anche la più pericolosa?

Ovviamente NOOOOO!!!!

Piuttosto dovrai fare attenzione a certi scenari e gestirli in maniera diversa da come, magari, hai sempre fatto.

#1: Dici spesso "No!"?

I progetti di un bambino di 2 anni, spesso, hanno come denominatore comune un certa pericolosità.

E da mamma il primo pensiero è quello di evitare che si faccia male. Ma esistono altri modi per fermarlo/a, senza dire “No!”?

 

Il tuo bambino di 2 anni picchia la mamma perché i “No” che riceve lo fanno arrabbiare. 

La rabbia è un sentimento, forse l’emozione più facile da provare e la più difficile da gestire.

Come aiutare i bambini ad affrontare i loro sentimenti? È il titolo del primo capitolo di “Come parlare perché i bambini ti ascoltino e come ascoltare perché ti parlino”.

Prima di tutto potresti rivedere la disposizione degli oggetti negli scaffali, lasciando le cose meno pericolose alla sua portata e nascondendo il resto, nei contenitori più alti.

Ma, più in generale, davanti a tuo figlio  che sta per imbarcarsi in un’avventura dall’esito incerto, puoi fermarti e porti 3 domande.

  1. Sta per far male a se stesso in modo importante?
  2. Potrebbe fare del male a qualcun altro?
  3. Rischia di rovinare oggetti che ti appartengono o appartengono a terzi?

Se la risposta è sì, anche solo a una di queste domande, allora vale la pena fermarlo (per capire come, vedi il prossimo punto). In tutti gli altri casi magari basterà alzare l’asticella dell’attenzione. O metterti vicino a lui o lei e accompagnarlo nel suo progetto, anche se apparentemente un po’ spericolato.

A Maria Montessori piacevano i bimbi collaborativi. Così ha passato la sua vita a studiare il metodo più efficace per responsabilizzarli secondo natura. E questo è il libro divulgativo più accurato che ci rivela come trasformare un duenne capriccioso in un bimbo autonomo e collaborativo. L’organizzazione della casa, come stabilire le regole, come vivere le emozioni e tanto, tanto altro…

#2: Ti capita spesso di prenderlo/a di peso o togliere dalle sue mani oggetti che non dovrebbe toccare?

 
La quotidianità è un casino! Infatti non c’è solo il bambino di due anni da gestire, ma anche una casa da mandare avanti, un lavoro e magari altri figli, più grandi o più piccoli,…
Così, di fronte all’ostinazione del duenne che non vuole saperne di ascoltarti, è comprensibile che ti venga la tentazione di prenderlo in braccio e portarlo lontano da una certa situazione. Oppure strappargli di mano il coltello di cui si è impadronito e che potrebbe ferirlo.
Tuttavia, sebbene queste siano le soluzioni in assoluto più efficaci e veloci, sono anche quelle che ti restituiranno un bambino di 2 anni che picchia la mamma o i genitori.
Infatti la sua rabbia e la sua frustrazione usciranno in modo dirompente e si manifesteranno nell’unica maniera che tuo figlio conosce. Ovvero, urlando, dimenandosi e picchiando.
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I capricci di tuo figlio sfociano in vere crisi isteriche? Piange, si dimena e arriva ad avere delle convulsioni che ti lasciano senza fiato?

Scopri da dove nascono, come gestirle e quando c’è da preoccuparsi.

 

#3: Tendi a mettergli/le fretta?

In moltissime occasioni i tempi di un bambino sono molto più dilatati dei nostri. Quindi per mangiare, vestirsi, muoversi da un punto A a un punto B possono metterci tempi biblici.
In questo caso è meglio lasciargli un margine di tempo ampio in modo da affrontare le attività secondo il suo ritmo. Così che il tuo intervento servirà solo per stimolarlo un po’ e sarà quindi più soft. Considera che “fare da solo” per un bambino di 2 anni significa affermare la propria indipendenza. E, al contempo, mettere alla prova le sue capacità.
Ed è proprio il bisogno di autonomia che il tuo bambino sta cominciando a sviluppare adesso che ha due anni a complicare il rapporto con lui o lei.
Ma non dimenticare che ogni medaglia ha due facce. E se fino a oggi ti hanno parlato del “terribili 2” come di una fase difficile, e hai provato sulla tua pelle quanto possano essere sfidanti, per un genitore. È anche vero che il potere di cambiare la prospettiva è nelle tue mani
Comincia, per esempio, a stupirti tu stessa della sua curiosità, della sua voglia di sperimentare e mettersi alla prova. Gioisci per i sui successi, come se fossero i tuoi. Abituati a questi pensieri, con l’esercizio quotidiano. E vedrai che i “terribili 2” si trasformeranno negli “Splendidi 2”.
Ma sforzati di organizzare il tempo in base ai ritmi biblici del tuo duenne… per non perdere la pazienza!

Il tuo bambino vuole scegliere i vestiti ogni mattina? Non continuare a dirgli no. Piuttosto metti a sua disposizione un appendiabiti a misura di bambino. Ci posizioni sopra 2 alternative per ogni capo e lasci che sia lui o lei a scegliere.

Stimoli la sua autonomia, non ti stressi e arrivi in orario al lavoro! 

#4: Ti capita di inserirlo/a in situazioni potenzialmente “esplosive”?

Ti è capitato, per esempio, di portare il tuo bambino in un luogo qualsiasi, che non sia casa, quando è il tempo per lui o lei di fare il riposino? Oppure vi siete ritrovati nella sala d’attesa del dottore mentre aveva fame e non avevi con te acqua o qualcosa da mangiare? O, ancora, lo hai mai condotto ai giochi prima di un altro appuntamento o poco prima della chiusura?
Se è così, senza volerlo, hai creato le condizioni ideali per ritrovarti un bambino di 2 anni che picchia la mamma o i genitori.
Infatti  i bambini sono abbastanza precisi su certe abitudini e vedersi limitati li porta all’esasperazione, alla rabbia e, talvolta, alla violenza fisica.
In questo caso devi riuscire a pianificare bene le attività in cui inserirai tuo figlio, in modo che non entrino in conflitto con i suoi bisogni primari. Talvolta ci riuscirai, altre volte no. Infatti è impossibile, anche per un genitore attento, indovinarle tutte. Ma se riesci a centrare l’obbiettivo il 70% delle volte, sei una super manager!

#5: Senti fortemente la responsabilità di educare tuo/a figlio/a?

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“Comanda lui/lei!”, dice il signore sul bus, col sorriso accondiscendente, davanti al tuo/a bambino/a che non vuole scendere alla fermata. E, dietro alle sue parole e ai suoi modi gentili, tu leggi il giudizio di chi ritiene che non sei una grande educatrice, perché non sai farti rispettare.
Così, almeno per salvare le apparenze, provi a trascinarlo giù dal bus. Oppure a sgridarlo. O, ancora, ignorarlo mentre piange e si dimena perché ti rifiuti di dargli una caramella.
Tutto questo perché è socialmente inaccettabile che, in un conflitto, sia il figlio a vincere. E se questo accade significa che il piccolo è viziato e i genitori sono dei debosciati.
In realtà esiste un modo per gestire i conflitti diversamente, senza vincitori e perdenti. Sei curiosa/o di sapere quale sia? Leggi il box qui sotto.

Esiste un modo per risolvere i conflitti con i figli in modo da trovare una soluzione che non scontenti nessuno? Sì. Ed è alla portata di tutti. Thomas Gordon, psicologo specializzato nelle abilità comunicative e nei metodi di risoluzione dei conflitti, in questo libro ci spiega come riuscirci.

Dopo aver lavorato per anni al fianco di famiglie normali, bloccate nello schema “se vinci tu perdo io”, ha deciso di raccogliere qui la sua esperienza. E ci racconta le migliori strategie comunicative per vivere in famiglia, senza urla e rancori.

Bambino di 2 anni che picchia la mamma. 7 soluzioni da adottare

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Ma la rabbia è un sentimento che non si può fare a meno di provare. Quindi anche il bambino di 2 anni, cresciuto nel modo più empatico possibile, può arrivare a picchiare la mamma o il papà per un no ricevuto o per qualcosa che vuole fare da solo, ma proprio non può.

E se stai leggendo questo articolo significa che tuo/a figlio/a è già entrato in questa fase. Allora cosa puoi fare con il tuo bambino di 2 anni che picchia la mamma?

#1: Non perderti in lunghe spiegazioni 

Con i bambini di 2 anni non serve parlare a lungo e in modo astratto. La cosa importante è controllare il linguaggio del corpo (tono di voce, sguardi, gesti) e dire frasi semplici.

Quindi la prima cosa è guardarlo negli occhi, abbassandoti al suo livello. E dire con voce ferma e calma: “Hai fatto male alla mamma”. Se questo è ancora un concetto astratto, sicuramente esisterà nel suo semplice vocabolario un suono che indica il dolore. Per esempio “bua”, oppure “diddi”, “bibi”, o qualunque ingenuo suono abbiate introdotto. L’importante è che passi subito il messaggio. Ovvero che il bambino colleghi quel suono al dolore che magari lui stesso ha provato quando è caduto e ha sbattuto il ginocchio, la testa, … Benché non sia ancora in grado di empatizzare col dolore altrui, questo gli permetterà di dare una forma più precisa alle conseguenze del suo gesto.

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#2: Evita reazioni troppo "plateali"

Parlare troppo o lasciarti andare a scene pittoresche può divertire tuo figlio. Quindi sarà motivato a picchiarti di nuovo solo per il gusto di vederti andare fuori di testa. Ricorda, infatti che ai bambini piace enormemente divertirsi. E per loro non fa alcuna differenza se a farli ridere è un cartone animato, o la propria mamma che urla. L’unica cosa che pensano è : “Ancora! Ancora! Ancora!!!”. 

Come parlare perché i bambini ti ascoltino

Ci sono alternative alle lunghe spiegazioni? Certo che sì, almeno altre 5!

Descrivere il problema, Fornire informazioni, dirlo con una parola, parlare dei vostri sentimenti e scrivere un biglietto.

Vuoi approfondirle una per una? Trovi tutto in “Come parlare perché i bambini ti ascoltino e come ascoltare perché ti parlino.

#3: Verbalizza il motivo del suo disappunto

Abbiamo visto che un bambino di 2 anni picchia la mamma, i genitori, sé stessi o i coetanei perché, in un momento di forte rabbia, non riesce a comprendere il suo malessere. E, soprattutto, non conosce un modo diverso dall’aggressività per farlo uscire.

Quindi descrivere tu, a parole, il suo sentimento e la ragione per cui lo prova, può essere un modo efficace per guidarlo piano piano verso la consapevolezza. 

Per esempio puoi dire “La mamma non vuole che giochi col coltello e tu sei arrabbiato. Vorresti spaccare tutto! Perché a te piace, lo capisco, è così luccicante e bello. Però non lo sai usare bene e potresti farti la bua grande!”

Sempre con un tono calmo ed empatico puoi guidare la sua attenzione verso un altro oggetto, magari altrettanto interessante, ma meno pericoloso. 

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#4: Aiuta il bambino a dare un “volto” alla sua rabbia

In questo caso sono molto utili i libri illustrati per bambini. Come ad esempio “Che rabbia!“. In questo albo illustrato, infatti, ci sono due personaggi principali. Roberto, il bambino, e un enorme mostro rosso, ovvero la sua rabbia. Questo mostro, che esce e si materializza, distrugge tutto ciò che c’è nella cameretta di Roberto, compresi i suoi giochi preferiti. Dopo aver visto il disastro lasciato dal mostro, Roberto riesce a ridimensionare questa enorme figura fino a farla rientrare in una piccola scatola. E tornare, più sereno, alla sua vita. In sostanza il libro insegna al bambino che la rabbia, come sentimento, deve essere vissuta, ma anche gestita prima che arrivi a farci fare cose brutte. 

Un giorno Roberto si arrabbia tanto, così tanto che dalla sua bocca esce un enorme mostro rosso. E distrugge tutto ciò che c’è nella cameretta. Roberto assiste allo sfacelo e, alla fine, si china a guardare i suoi giochi distrutti. A questo punto capisce che deve fare qualcosa per “domare” il mostro…

Un altro albo illustrato molto bello da proporre al tuo bambino di due anni che picchia la mamma o i genitori, nei momenti di rabbia è “Color collera“. Ogni pagina descrive con immagini e parole una diversa esternazioni della rabbia. Distruggere, urlare, dire cose brutte, buttarsi a terra, pestare i piedi e poi…pentirsi.

Essendo un po’ lungo, è possibile che il tuo bambino di 2 anni non riesca a seguirlo tutto. Ma potrai comunque scegliere due o tre scenette (il testo è scritto in rima) che ripropongono i comportamenti che ha tuo/a figlio/a quando si arrabbia. In questo modo riuscirà a collegare le emozioni della protagonista alle sue e immedesimarsi.

Tuttavia questo libro è perfetto anche per far capire al bambino cosa prova la mamma, quando si arrabbia. Insomma è una lettura a due chiavi, per creare maggiore consapevolezza in entrambi, nella mamma e nel bambino.

“Le volte che esco fuori dai gangheri, divento rossa, più rossa dei gamberi. I miei genitori non san più cine fare: le provano tutte, ma mi fanno infuriare…”.

#5: Fagli picchiare qualcosa che non sia tu

Guardati intorno. Quante cose vedi che potrebbero essere picchiate o prese a testate? I cuscini, per esempio, possono diventare degli ottimi pungiball. Oppure saltare sul letto (con moderazione) o lanciarsi sul divano può aiutare il tuo bambino di 2 anni che picchia la mamma a sfogare la sua rabbia.

Ti confesso che “fare la lotta con i cuscini” ha spesso trasformato i momenti di tensione tra me e mio figlio in un gioco divertente. Entrambi, infatti, prendendoci a cuscinate, riuscivamo a sfogare le nostre tensioni senza far male a nessuno e alla fine ridevamo a crepapelle!

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#6: Usa il gioco per insegnargli a gestire le situazioni di crisi

Se il tuo bambino di 2 anni picchia la mamma, ma anche i coetanei, può essere interessante fare un gioco di ruolo. Per esempio fingi di essere un altro bambino e gioca con tuo figlio. E mima una situazione di tensione. Per esempio lui ti prende il gioco e tu lo rivuoi. In questo modo potrai insegnargli le frasi giuste da usare. Per esempio: “Per piacere, ridammi il mio giocattolo!”. Oppure: “Se ti piace la mia palla, possiamo giocare insieme!”. E così via. Ripetendo spesso questi giochi di ruolo il bambino finirà per interiorizzarli.

#7: Distrailo con altro

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Lo ammetto, questa è una scorciatoia che può aiutare noi genitori a cavarcela, ma non dobbiamo abusarne. Infatti è sempre meglio scegliere la strada della consapevolezza. Tuttavia, di tanto in tanto, puoi anche permetterti il lusso di giocare con la mente del tuo bimbo per aiutarlo a superare un suo momento di frustrazione.

Nel caso dell’oggetto pericoloso, per esempio, invece che prenderlo aprendogli la mano a forza, è più utile sostituirlo. Scegli un altro oggetto simile, ma meno pericoloso o meno fragile e proponiglielo. Vedrai che sarà lui a mollare la presa per afferrare il nuovo “tesoro”.

Oppure distrarlo indicando con la mano cose che lo circondano e che non c’entrano col motivo del suo risentimento. Le puoi descrivere a voce, indicarle e approfittare della sua momentanea distrazione per condurlo lontano. Per esempio: “Guarda quel cagnolino! che coda lunga che ha! E come si muove ballonzolando” Che bello!”. E, nel frattempo lo allontani dal precipizio in cui voleva saltare, per imitare Spiderman!

Questo è particolarmente efficace in ambienti aperti e ricchi di dettagli. La cosa importante è usare sempre una voce calma, divertita e anche un po’ infantile. Senza tralasciare l’uso dei vari “Wow!!”, “Che bello!”, eccetera.

Come ti sembra il mi0 articolo? Ti rivedi in ciò che descrivo? Pensi che proverai i miei consigli? Consiglieresti questo sito a una tua amica? Scrivi tutto quello che ti passa per la mente, nei commenti alla fine dell’articolo. E condividilo con le tue amiche!

Conclusione

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Un bambino di 2 anni che picchia la mamma non ha nulla di patologico o preoccupante.. Infatti picchiare, mordere, gettarsi a terra sono gli unici modi in cui riesce a far uscire la sua rabbia o anche la stanchezza.

Tuttavia occorre intervenire sempre in modo da comunicare con coerenza e costanza che questi non sono comportamenti accettabili.

Infatti se il problema persistesse oltre i 5 o 6 anni dovrebbe essere trattato in modo certamente più serio.

La cosa importate, con bambini di 2 anni che picchiano i genitori o i coetanei, è essere calmi, empatici, fermi e coerenti. Soprattutto cercare di non essere proprio noi genitori la causa scatenante della loro frustrazione. Quindi, prima di tutto, vanno tenuti a mente i 5 punti per evitare che un bambino “sbrocchi”. 

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Il sito di Bambini in Fascia aderisce al programma di affiliazione Amazon. Quindi acquistando un prodotto, attraverso uno dei link, ricaverò una piccola percentuale sulla vendita. Ma tu ci guadagnerai la sicurezza di scegliere tra i migliori prodotti per l’infanzia. Ovvero quelli veramente necessari e che ti semplificheranno la vita, nel tuo nuovo ruolo di mamma. Perché, anche se ti senti un po’ sola e tutto ti sembra difficile, sappi che ci siamo passati tutti. Anch’io…da mamma a mamma!

6 commenti su “Bambino di 2 anni che picchia la mamma. È normale?”

  1. Grazie. È proprio quello che succede a noi. Ma a volte anche alla mia età è difficile non perdere la pazienza

    1. Ciao Elena. Sono contenta che hai trovato utile l’articolo. Hai detto bene, a noi adulti capita di perdere la pazienza e non riuscire a gestire le nostre emozioni. Dovremmo sempre ricordarci di come sia ancora più complicato per un bambino piccolo. Un abbraccio!

    1. Grazie Chiara! L’obiettivo di questi blog è proprio quello di condividere esperienza e riflessioni, per darci una mano nel difficile lavoro di genitori! Un abbraccio!!

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