Alzi la mano chi, subito dopo aver ricevuto il suo piccolo neonato, ha pensato: “E adesso? Cosa faccio?”. La mia sarebbe certamente tra le mani alzate. Perché, come mi è già capitato di dire qui, le mie prime parole sono state “Io di neonati non ne so nulla!”. Per non parlare di quando è giunto il momento di fargli il primo bagnetto! Mi è quasi venuto il panico. E uno dei primi dubbi è stato ogni quanto fare il bagnetto a un neonato?
Infatti avevo sentito che era un ottimo modo per anticipare il sonno notturno, ma secondo le nostre abitudini non mi veniva affatto spontaneo farlo tutte le sere. E, a dirla tutta, non mi trovavo a mio agio ad affrontare quel momento prima di andare a letto. Insomma tutti questi dubbi stavano cominciando a farmi sentire una mamma inadeguata. E mi domandavo se non fosse stato meglio forzarmi la mano in modo da rientrare in quegli “schemi” di cui avevo tanto sentito parlare.
In realtà non esistono regole generali che vanno bene per ogni bambino e ogni famiglia. E, soprattutto, non sono così granitiche come talvolta vogliono farci credere.
Allora vediamo insieme ogni quanto fare il bagnetto a un neonato e quanto farlo durare, in accordo con necessità e abitudini.
Il bagnetto. Prime cose da sapere
Prima di rispondere alla domanda “Ogni quanto fare il bagnetto a un neonato”, è meglio spendere due parole introduttive su alcuni aspetti del bagnetto. Ovvero la presenza del moncone ombelicale, la temperatura ambientale e dell’acqua. Vediamo insieme una cosa per volta.
#1: Moncone ombelicale. Sarà meglio aspettare?
Alcune scuole di pensiero consigliano di non immergerlo in acqua prima che il moncone ombelicale non si sia del tutto staccato. In realtà l’acqua non crea problemi particolari, quindi si potrebbe decidere di farlo anche da subito.
Tuttavia il moncone, per cadere, richiede una settimana o, al massimo, 10 giorni. Per questo il mio consiglio è comunque di aspettare questo distacco, prima di fargli fare il primo bagnetto.
Questo semplicemente perché farlo prima implica una serie di accortezze in più che richiedono un po’ di calma e sangue freddo. Quindi una neo mamma “esperta” non avrebbe alcun problema a gestire la situazione. Ma una neo mamma alle primissime armi potrebbe farsi prendere dalla fretta e magari non dedicare abbastanza attenzione al moncone. Sia durante i procedimenti di lavaggio, che al momento dell’asciugatura.
Infatti il moncone ombelicale cade semplicemente perché si secca e, come una semplice crosticina, finisce per staccarsi da solo. Quindi il fatto di essere asciutto è una componente importante per facilitare tutto il processo.
Per questo, se si decide di fare il bagnetto quando è ancora attaccato, è bene farlo asciugare in modo completo, all’aria.
A questo proposito entra in gioco un altro fattore importante sul tema “bagnetto”. Ovvero, la temperatura della stanza.
#2: La temperatura della stanza
Se la nascita avviene in estate il problema si può considerare abbastanza marginale. Ma se il bambino nasce in autunno o in inverno il discorso temperatura diventa molto importante.
Infatti, durante il bagnetto, la stanza deve essere riscaldata a 25°. Sebbene possa sembrare normale, non è affatto così. Perché un neonato tende ad avere più caldo di un adulto, quindi una casa riscaldata sempre a questa temperatura, agli occhi di un neonato, diventa una sauna. E una temperatura troppo elevata, soprattutto di notte, può diventare una delle cause della SIDS.
Per questo la temperatura va adattata al momento e a seconda delle esigenze. Quindi questa sarà la prima cosa a cui badare quando ci si accinge a preparare il bagnetto per il neonato.
#3: La temperatura dell’acqua
Infine un altro aspetto fondamentale è la temperatura che deve avere l’acqua. Naturalmente non deve essere più calda del corpo del bambino. Quindi deve attestarsi intorno ai 37°. Per capire se è alla giusta temperatura le nonne consigliavano “la prova del gomito”. Ovvero immergere il gomito in acqua e se non si sentiva né freddo né caldo, allora voleva dire che era alla giusta temperatura. Per chi, come me, avesse il gomito poco sensibile può funzionare bene anche l’interno del polso.
Un consiglio pratico che mi sento di dare è quello di preparare l’acqua leggermente più calda. In questo modo si avrà il tempo di spogliare il bambino con calma e immergerlo quando l’acqua si sarà leggermente sfreddata. E lo si potrà tenere un po’ più a lungo, sempre con un piacevole tepore.
Ogni quanto fare il bagnetto a un neonato?
Eccoci arrivati alla fatidica domanda: ogni quanto fare il bagnetto al neonato?
Qualche mamma risponderebbe :”Tutti i giorni!”. Ma questa affermazione non è più vera di altre.
Infatti tutto dipende dal bambino, dal genitore, dalla routine e da come si svolgono le giornate all’interno di una determinata famiglia.
Spesso il bagnetto viene inserito nella routine della buona notte. Infatti il rilassamento dato dall’acqua tiepida è un ottimo modo per favorire l’addormentamento. Inoltre la sera è generalmente il momento più calmo, ovvero quello in cui tutti rientrano a casa e si ha il tempo di dedicare cinque minuti a questa routine.
Tuttavia fare il bagnetto non è strettamente ogni sera non è obbligatorio, ai fini dell’igiene del neonato. Infatti lo si può fare anche due-tre volte alla settimana senza sentirsi per questo delle madri meno attente. Naturalmente tutto va considerato anche in relazione ad altri aspetti.
Per esempio la stagione. Infatti se in inverno non si sente il bisogno di farsi la doccia tutti i giorni, in estate diventa una vera necessità.
Consiglio:
Considerate le necessità di un adulto e regolatevi di conseguenza.
Infatti coinvolgere un bambino, fin dalla nascita, in abitudini simili a quelle di noi adulti significa fare meno fatica a mantenerle nel tempo.
Normalmente, infatti, le abitudini che abbiamo da grandi in qualche modo si sviluppano in accordo a determinati bisogni, quindi risultano “funzionali” e logiche.
Inoltre il bambino, crescendo, vedrà che a lui o lei non viene richiesto nulla di più o di meno di ciò che fanno i suoi genitori. Quindi sarà più propenso a seguirne l’esempio. E si sentirà gratificato dall’essere considerato “grande”.
Questo è un ingrediente importante nell’ottica di un’educazione dolce ed empatica.
Quanto tempo far durare il bagnetto di un neonato?
Anche in questo caso non esiste una risposa univoca. Infatti un bambino che ama stare in acqua percepirà il bagnetto come un momento piacevole e ce lo dimostrerà mantenendosi calmo. Magari sorridendo. A questo punto tenerlo un po’ di più è un bel regalo che gli stiamo facendo.
Ma se appena vede l’acqua il bambino comincia a piangere disperato, è meglio prevedere di lasciarcelo il meno possibile.
In questo caso può essere una buona idea quella di mediare il contatto diretto con l’immersione in acqua.
Si potrà, per esempio, immergere il neonato ancora avvolto in un asciugamano che poi verrà aperto e sfilato con molta cautela. In questo caso è meglio non essere da sole, soprattutto se si tratta dei primi bagnetti. Infatti occorrerà una certa manualità per fare tutto senza rischiare di far scivolare il bambino.
Ma se si vuole essere più tranquille si può optare per una sdraietta da vasca, su cui adagiare il bambino. In questo modo sentirà comunque il contatto con l’acqua, pur non essendo completamente immerso.