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Allattamento al seno e coliche del neonato. Che fare?

I pianti del neonato sono il grande mistero per qualsiasi neo genitore e, di fronte a un pianto “inconsolabile” ci si domanda: “Saranno le coliche?”. Ma è possibile che si presentino anche se si sta allattando al seno in modo esclusivo? Ebbene allattamento al seno e coliche del neonato non sono un binomio inconciliabile

Tuttavia, sulle prime, un neo genitore può rimanere interdetto di fronte alla loro comparsa. E questo è un bene. Perché la sorpresa e l’incredulità pongono il genitore nel giusto stato d’animo per affrontare il problema. Ovvero quello in cui si vagliano ed escludono tutte le possibilità. Infatti esistono almeno 7 buone ragioni per cui un neonato appena nato può piangere. E le coliche gassose sono solo uno di questi motivi. 

Ma se, una volta esclusi gli atri 6, arrivassimo alla conclusione che si tratta proprio di coliche gassose legate all’allattamento al seno, quali potrebbero essere le cause scatenanti? E come è meglio intervenire per risolvere le coliche del neonato allattato esclusivamente al seno?

Come si manifestano le coliche gassose?

Sia che il bambino sia allattato esclusivamente al seno, o con formula, le manifestazioni delle coliche gassose sono perlopiù le medesime.

Per citare una famosa “formuletta”, si è difronte alle coliche se il bambino piange per più di 3 ore al giorno, per 3 giorni a settimana, per 3 settimane al mese.

Tuttavia non amo le frasi preconfezionate. Quindi il suggerimento che mi sento di dare non è tanto annotare su un taccuino ore, giorni e settimane di pianto inconsolabile. Quanto piuttosto osservare e procedere per tentativi ed errori fino a comprendere i reali motivi di quel pianto. Infatti l’osservazione del nostro bambino ci aiuterà a capire i suoi bisogni sempre, dai primi mesi di vita, fino all’adolescienza e all’età adulta.

Quindi quali sono i segnali che possono farci capire, al di là di ogni dubbio, che quel pianto è dovuto alle coliche gassose?

#1: Il bambino piange in modo inconsolabile

Questo è sempre il primo segnale di malessere quando si parla di un neonato. Tuttavia il pianto del vostro bambino meriterà l’aggettivo di “inconsolabile” se non darà segno di affievolirsi nonostante abbiate messo in atto tutte le strategie per farlo calmare. Ovvero prenderlo in braccio, cullarlo, camminare, provare ad attaccarlo al seno.

Il contatto fisico generalmente calma i bambini appena nati. E non li vizia! Quindi abbondare di baci, abbracci e “ti amo” non nuocerà in alcun modo al loro equilibrio psichico. Anzi!

Tuttavia un neonato con dei gas intrappolati nella pancia  tende a non apprezzare queste  piacevoli manifestazioni di affetto. E questo potrà farci capire che la situazione è “grave”.

Vuoi approfondire i benefici del contatto fisico nei primi mesi di vita? Leggi:

#2: Fa i capricci

I bambini appena nati non fanno capricci semplicemente perché questo implicherebbe la capacità di creare dei rapporti di causa/effetto tra le azioni. E loro non sono ancora in grado di farlo. Quindi se il neonato appare capriccioso il primo pensiero da considerare è che molto probabilmente sta soffrendo. E il nostro compito è individuarne la causa.

#3: Presenta un addome gonfio e duro

Se al tatto la pancina si presenta dura e gonfia molto probabilmente è perché all’interno sono intrappolati dei gas. E il fatto di non riuscire ad espellerli da solo lo porta a chiedere aiuto nell’unico modo in cui può farlo. Ovvero, piangendo.

#4: Dimena le gambine

In modo del tutto istintivo il neonato capisce che questo movimento può aiutarlo a stare meglio. Ma purtroppo da solo non riesce a concludere gran che. Tuttavia il suo dimenarsi può essere l’indizio giusto per venire a capo del problema.

Allattamento al seno e coliche del neonato. Le 7 cause più comuni e come risolverle

Quali possono essere le cause delle coliche del neonato, durante un allattamento al seno esclusivo?

#1: Attacco errato

Quando si è all’inizio di un percorso di allattamento al seno la prima cosa da fare è impostare un attacco corretto del bambino. Infatti un attacco errato innesca una serie di conseguenze negative, sia per la madre che per il bambino stesso. Per esempio, ragadi ai capezzoli, sanguinamento, suzione poco produttiva e ingestione di aria durante la poppata. 

Quest’ultima può causare la formazione di gas intestinali e, quindi, coliche.

Soluzione:

Correggere l’attacco, poppata dopo poppata. La bocca del bambino, infatti, deve riuscire ad afferrare non solo il capezzolo, ma anche l’areola sottostante. Per capire come deve essere l’attacco corretto e in che maniera ottenerlo consiglio di leggere l’articolo sulle ragadi ai capezzoli. “Dolore ai capezzoli in allattamento. Cause e rimedi”

#2: Il bambino piange durante la poppata

Il pianto, specie se molto energico, porta il neonato a incamerare aria. Infatti a un pianto può seguire il singhiozzo, o dei ruttini o un rigurgito, se è avvenuto subito dopo la poppata. Ma se avviene durante è possibile che l’aria raggiunga il sistema digerente e generi gas. 

Soluzione:

Se il bambino piange durante la poppata è meglio sospendere per un attimo. Quindi prenderlo in braccio, cullarlo, camminare, cantargli una canzoncina. Insomma mettere in atto tutte quelle piccole strategie che servono a rassicurare un bambino appena nato. 

Solo una volta che si sarà calmato si potrà riproporre il seno. Questa situazione è possibile che si verifichi durante le poppate del tardo pomeriggio. Ovvero quando il bambino è più stanco e trova la suzione più difficoltosa. In questo caso sarà possibile ricorrere alla tecnica dell'”extra pumping”. Vuoi saperne di più? Leggi l’articolo su come ottenere il massimo da tuo tiralatte.

#3: Succhia troppo velocemente

Può capitare che a inizio poppata il seno sia particolarmente pieno e, quindi, il primo getto potrebbe risultare troppo abbondante. Per questo il bambino, costretto a poppare velocemente, finisce per incamerare più aria del necessario. Non dobbiamo, infatti, mai dimenticare che un neonato è una creatura fisicamente e cognitivamente immatura. Quindi per lui o lei non è facile riuscire a gestire quelle situazioni che richiedono una buona coordinazione. Allora, in questi casi, dobbiamo intervenire e aiutarli. Come?

Soluzione:

Basterà spremere manualmente il seno, in modo da far uscire il primo getto, più forte.

Solo a questo punto si potrà attaccare il bambino.

La cosa migliore è sempre osservare e procedere per tentativi ed errori. Infatti può capitare che facendo poppate più frequenti si riesca a risolvere il problema. Ma è anche vero il contrario. Quindi diradando le poppate si potrebbe migliorare la situazione. Solo provando si potrà capire quale sia la strada migliore da percorrere.

#4: Stitichezza

Come accade negli adulti, anche i neonati possono produrre gas se non riescono ad evacuare con regolarità. Tuttavia per i bambini allattati esclusivamente al seno anche 10 giorni senza fare cacca possono non essere preoccupanti. Infatti il latte materno è molto digeribile e l’organismo potrebbe richiedere diverso tempo prima di accumulare una sufficiente quantità di scarti.

Soluzione:

Occorre attendere e, nel frattempo, aiutare il bambino a eliminare i gas, con le manovre che indico nel prossimo paragrafo. 

Se la stitichezza dovesse invece protrarsi per troppo tempo e il bambino dovesse dare segni di sofferenza, inappetenza, debolezza, eccetera, la soluzione migliore è contattare il proprio pediatra.

#5: Dieta errata della mamma durante l’allattamento

Questo punto non ha solide fondamenta scientifiche. Infatti non sono state condotte ricerche mirate su questo argomento. Quindi lo si può considerare più come una “credenza popolare” che un dato di fatto.

Tuttavia, una volta escluse tutte le possibili cause precedenti, si può prendere in considerazione anche questa.

Soluzione:

Si potrà condurre una “ricerca personale pseudo-scientifica”. Ovvero per un certo periodo di tempo si annoterà ciò che si mangia e le occasioni in cui si presentano le coliche nel neonato.  Se queste si dovessero verificare ripetutamente dopo che la mamma ha mangiato un determinato cibo, si può decidere di eliminarlo dalla dieta e vedere gli effetti.

#6: Allergia alle proteine del latte materno

Questa condizione è veramente molto rara, poiché il latte materno è l’alimento più indicato per un neonato. Tuttavia può succedere che le coliche del neonato durante un allattamento al seno esclusivo siano dovute proprio al latte stesso.

In ogni caso, prima di verificare questa ipotesi, occorre raccogliere maggiori dati. Ovvero considerare la presenza di altri sintomi di intolleranza.

Per esempio il bambino potrebbe presentare una pelle secca o irritata. E le feci potrebbero essere verdi e presentare tracce di muco o sangue. Inoltre il bambino potrebbe apparire sempre irritato e nervoso, senza un apparente motivo.

Se si dovessero riscontrare alcune o tutte queste caratteristiche, la migliore soluzione è parlarne col pediatra, in modo da poter andare a fondo nell’analisi del problema.

#7: Usare il biberon sbagliato

Anche in caso di allattamento al seno esclusivo è possibile che il latte materno venga offerto attraverso il biberon. Per esempio in occasione del rientro al lavoro, o durante brevi assenze della mamma, oppure per semplificare o integrare alcune poppate della giornata, un po’ difficoltose.

Scegliere il biberon sbagliato può avere ripercussioni sulla formazione di gas intestinali. Infatti insieme al latte il neonato finisce spesso per ingerire anche aria.

Soluzione:

In questo caso occorrerà optare per biberon che simulino la suzione al seno e che siano, quindi, pensati in modo da ridurre al minimo la quantità di aria ingerita col latte.

Personalmente mi sono trovata molto bene e sento di consigliare il modello “Calma” di Medela. Sia per la meccanica di suzione che riprende quella del seno, sia perché riduce al minimo l’ingestione di aria e la conseguente formazione di gas intestinali e coliche dolorose.

Allattamento al seno e coliche del neonato: come intervenire per agevolare l'uscita dei gas

Risolvere il problema alla radice è certamente la miglior soluzione. Tuttavia quando si ha tra le braccia un neonato che piange disperatamente, si dimena, non vuole stare sdraiato, in braccio o al seno, occorre trovare una soluzione “pronta per l’uso”.

Infatti, nell’immediato, occorre aiutarlo ad espellere i gas che lo fanno soffrire e pre farlo esistono diverse tecniche. Vediamo quindi insieme come intervenire in modo “meccanico”, senza ricorrere a farmaci.

#1: Allattare in fascia

Questa metodologia di allattamento al seno è ottima in presenza di reflusso, ma anche in caso di coliche. Infatti l’allattamento in posizione verticale agevola il lavoro dell’apparato digerente del neonato, ancora molto immaturo.

#2: La bicicletta

Questo esercizio era il mio salvavita in caso di pianti inconsolabili. Si tratta semplicemente di “razionalizzare” ciò che il bambino già fa, ovvero dimenare le gambine, in modo che il movimento diventi utile alla fuoriuscita del gas.

Sdraiare il bambino in posizione supina e afferrargli le caviglie. Spingere dolcemente una gamba alla volta in modo che il ginocchio tocchi il torace. Contare fino a 8 o 10 movimenti, poi portare entrambe le gambine vicino al torace  e mantenere questa posizione per 8-10 secondi.

Questo stop serve a far uscire più velocemente i gas che sono stati mossi dalla “pedalata”.

Se il bambino fa resistenza, provare a distrarlo cantando una canzone, o agitandogli gentilmente le gambe, finché non si sentiranno i muscoli meno contratti e il neonato comincerà ad assecondare il nostro movimento.

Personalmente suggerisco di fare questa ginnastica quotidianamente, in modo che diventi più familiare possibile al bambino.

#3: Tummy time

Queste simpatica espressione indica semplicemente il momento di mettere il neonato a pancia in giù su una superficie. Normalmente questo esercizio serve al bambino per rinforzare i muscoli del collo e prendere confidenza con i suoi arti inferiori e superiori. In caso di coliche però la pressione sull’addome aiuta a espellere i gas.

#4: Forearm hold

Questa è una presa del neonato che non ha una traduzione specifica in italiano. Significa in sostanza sdraiare il neonato appena nato a pancia in giù sul proprio avambraccio.

La mano del genitore deve afferrare il pannolino, mentre la pancia del bambino si sdraierà in corrispondenza dell’avambraccio. Il viso del piccolo si troverà vicino al gomito del genitore. In questo caso occorre stare attenti a girare il viso del bambino sulla guancia, in modo da non rischiare che vengano chiusi bocca o naso dal braccio dell’adulto.

La meccanica è la stessa di sdraiare un neonato a pancia in giù per terra. Tuttavia farlo sul proprio braccio potrebbe aiutarlo a calmarsi prima, poiché continuerebbe a percepire il contatto con l’adulto.

Conclusione

Allattamento al seno e coliche del neonato possono sembrare due termini inconciliabili. Tuttavia è possibile che il neonato ingerisca aria anche durante la suzione diretta al seno. E questo, a lungo andare, può formare gas intestinali e dolorose coliche, con conseguenti pianti inconsolabili.

Parlando più in generale, rispetto alle coliche del neonato esistono diverse scuole di pensiero. Infatti accanto a chi tende ad attribuire ogni pianto alle coliche, c’è anche chi nega decisamente che esistano.

Tuttavia, come sempre, la verità sta nel mezzo e solo all’interno di un attento rapporto genitore-figlio si possono capire e scoprire le vere cause di un pianto inconsolabile.

La cosa importante è tenere a portata di mano 3 strumenti. L’empatia, l’osservazione e la pazienza. Sono loro, infatti, che permettono a un genitore di concludere con successo le sue indagini e trovare il modo migliore per aiutare il proprio bambino!

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