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Crisi isteriche dei bambini di 2 anni. Che fare e quando preoccuparsi

Nei miei post troverai consigli, ma mai giudizi. Piuttosto una pacca sulla spalla. Perché, amica, amico, essere genitore è davvero il mestiere più difficile che ci sia! Clicca qui per conoscere la mia storia…

I pianti inconsolabili stanno ai neonati, come le crisi isteriche e i capricci stanno ai bambini, dai 2 anni in su. E se sei “atterrata” su questo articolo, significa che anche voi siete entrati nella fase dei terribili due. Hai già avuto modo di assistere a qualche capriccio estremo, sfociato in pianti disperati e, almeno in apparenza, ingiustificati. Urla isteriche, approcci violenti e, magari autolesionisti. E forse il  bambino, o la bambina, in questione si è buttato a terra, dimenandosi  e contorcendosi. A casa, ma anche al supermercato, al parco, o in aereo, come è capitato a me. Comunque, davanti agli occhi allibiti e scioccati di perfetti sconosciuti. Così, da mamma, ti stai chiedendo, di fronte alle crisi isteriche dei bambini di 2 anni, cosa è meglio fare? E quando è il caso di cominciare a preoccuparsi?

Ebbene, in questo articolo cercherò di aprirti una nuova prospettiva, riguardo alle crisi isteriche dei bambini di 2 anni. Capirai da cosa è formato un capriccio e ti fornirò diverse strategie per affrontare efficacemente queste manifestazioni di rabbia isterica, pianti inconsolabili e violenza, anche autolesionistica.

Nel percorso ti consiglierò diversi albi illustrati che parlano della “rabbia”, come arriva, come si manifesta e come la si può controllare. Infatti raccontare una storia, con parole e immagini, è il modo più semplice ed efficace per far comprendere al tuo bimbo anche i concetti più complessi. Leggendo questi libri quando il bimbo è calmo, potrai richiamare alla sua memoria la storia raccontata nel libro, mentre lui o lei è in piena crisi isterica, o subito dopo. E ricordare come ha fatto, il protagonista, per calmarsi.

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La rabbia arriva in un attimo. Ma come si fa a mandarla via? Un abbraccio? La copertina preferita? Una passeggiata? O un bel respiro profondo? Leggi questo libro col tuo bimbo e scoprite, insieme, come affrontare e superare la rabbia.

Da cosa nascono le crisi isteriche dei bambini di 2 anni?

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Prima di affrontare un nemico occorre conoscerlo. Per questo, prima di affrontare il discorso su cosa fare di fronte alle crisi isteriche dei bambini di 2 anni, dobbiamo fare chiarezza su cosa sia e come si forma un “capriccio”. Ovvero il seme da cui scaturisce la crisi isterica vera e propria.

Per dargli un volto, possiamo immaginare un capriccio come un iceberg, dove la punta che emerge nasconde sempre molto altro. 

La punta dell’iceberg è il gelato, le patatine, la TV, il parco giochi, il seggiolino auto su cui non si vuol sedere, il gioco visto e desiderato, il parente da andare a trovare e chi più ne ha più ne metta. Ovvero un “pretesto” che a noi grandi sembra sproporzionatamente insignificante, se paragonato alla crisi isterica e alla rabbia violenta che ne conseguono.

Un giorno Roberto si arrabbia tanto, così tanto che dalla sua bocca esce un enorme mostro rosso. E distrugge tutto ciò che c’è nella cameretta. Roberto assiste allo sfacelo e, alla fine, si china a guardare i suoi giochi distrutti. A questo punto capisce che deve fare qualcosa per “domare” il mostro…

Mentre tutta la massa dell’iceberg che sta sotto il pelo dell’acqua è un malessere che il bambino sente dentro, ma a cui non riesce a dare un nome. Perché non ha ancora abbastanza conoscenza di sé e dei suoi meccanismi/sentimenti per riconoscerla, comprenderla e comunicarcela. 

Per fare un’altra metafora, il pretesto futile non è altro che la scintilla che dà fuoco a una miccia molto corta. Quando il fuoco raggiunge il candelotto, con dentro l’esplosivo, avviene la detonazione. Ovvero, la crisi isterica, i pianti e le contorsioni.

Sebbene la scena che ne consegue sia “raccapricciante”, col capriccio il bambino ci sta inviando un messaggio, al contempo, straziante e dolce. Ovvero: “Mamma, papà, io sto male e non capisco perché. Tu che sei una persona grande di cui mi fido, aiutami!!!!”.

Perché, se ci pensi bene, lui o lei si fida tanto di te ed è da te che si aspetta di essere aiutato. E a dimostrazione di questo c’è il fatto che, spesso, le crisi isteriche dei bambini di 2 anni non avvengono quando il bambino è da solo con persone che si occupano di lui in modo marginale. Come insegnanti, baby-sitter, zii e nonni, per esempio. Ma, piuttosto, in presenza della mamma o, comunque, dei genitori.

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Da cosa è formato l'”iceberg”?

Se la punta dell’iceberg è chiara, perché ci viene urlata in faccia nel corso della crisi isterica, non si può dire lo stesso per la “massa rocciosa” che resta nascosta sotto il pelo dell’acqua. 

E se il bambino non riesce a venirne a capo, non è detto che un genitore trovi meno difficoltà. Tuttavia ti rilasserà sapere che i bambini sono creature complesse che rispondono a stimoli semplici. Quindi puoi tirare un sospiro di sollievo, perché le crisi isteriche dei bambini originano, nella maggior parte dei casi, da 6 motivi principali.

#1: Sonno-stanchezza- fame-sete

Senza scomodare Freud e la psico-pedagogia da salotto, è possibile che il tuo bambino sia semplicemente stanco o affamato. Ovvero abbia bisogno di soddisfare i suoi bisogni primari. Per questo un motivo veramente futile può bastare a scatenare una crisi isterica in piena regola. Infatti, se ci pensi, fino a qualche mese fa eri tu ad anticipare ogni suo bisogno di sonno e fame. E ci vuole del tempo affinché il bambino  impari a riconoscere queste necessità e arrivare addirittura a comunicartele.

Oppure è possibile che il bambino si senta inserito in una situazione eccessivamente stimolante, stressante. Oppure nuova e mai sperimentata. Infatti non è un caso che le peggiori crisi isteriche dei bambini di 2 anni avvengano durante un viaggio o una vacanza.

Non vuoi crisi isteriche mentre siete in giro? Allora non dimenticare di portare con te l’acqua! Meglio se in una borraccia anti perdita e con un flusso liscio e regolare, facile da bere anche per un bimbo di 2 anni.

Scegli quella più in linea con i gusti di tuo/a figlio/a.

#2: Tanta felicità

Chi l’ha detto che un capriccio arrivi solo per qualcosa di brutto? Infatti anche la felicità fuori misura può, dentro l’animo immaturo di un bambino di 2 anni, creare un tumulto di emozioni forti che, alla fine, esplodono in una crisi isterica ingestibile e rabbia. 

Il caso più frequente è quello delle crisi del fine settimana, quando il bambino riesce finalmente a stare con i genitori e, invece che esserne felice, diventa irragionevole, oppositivo e ribelle. In pratica non riesce a comunicare la sua gioia attraverso l’affetto, perché dentro sente solo un gran tumulto di emozioni di cui non riesce a venire a capo. 

Il tuo bambino o la tua bambina non accetta il momento di separarsi da te? Oppure sembra accettarlo, ma quando siete insieme diventa capriccioso/a?

La protagonista di “Ti aspetto qui” è una mamma che promette di tornare sempre dal suo bimbo. Anche se sulla sua strada dovesse rimaere bloccata da elefanti, mucche, cumuli di foglie,…

#3: Mamma o papà sono un po’ distratti

La presenza fisica di un adulto non sempre corrisponde a una vera e propria presenza mentale. E un bambino di 2 anni, nonostante la sua immaturità, se ne accorge eccome. Così impiega un attimo a capire che urlando, piangendo, rotolando a terra e dimenandosi mamma e papà finiranno per guardarlo e considerarlo. Molto probabilmente non sarà l’attenzione affettuosa che sperava di ottenere, ma apparentemente sembra non importargli. Tuttavia questa “vittoria” è per il bambino comunque un’amara sconfitta. 

Noi ci aspettiamo che i nostri bambini ci ascoltino, ma noi sappiamo ascoltare i nostri bambini?

La comunicazione è un gioco a due e spesso ciò che diciamo e i nostri atteggiamenti comunicano “distrazione”. Anche se a noi sembra di dare attenzione.

Il migliore insegnamento che puoi trarre da questo libro è che per farti ascoltare da tu@ figli@, devi prima saper ascoltare. Come fare? Il primo passo è leggere i consigli delle due autrici. Il secondo è metterli in pratica. Il terzo, e più gratificante, sarà cogliere i frutti del tuo lavoro!

#4: Gelosia

Questo è forse il più classico dei motivi. È arrivato un fratellino o una sorellina, tutta l’attenzione e il tempo di mamma e papà sembrano catalizzarsi su di lui o lei. E poi tutti a dire quanto è tenero e paffuto. Così il bambino “grande”, che grande non è, sente dentro un malessere difficile da definire.

Vede solo che intorno a lui o lei le cose sono cambiate e il motivo è quello che dicono essere suo fratello o sua sorella. Quello che tutti dicono dovrebbe amare, ma che per lui o lei è solo una presenza scomoda.

Il malessere si trasforma in rabbia e la rabbia esce improvvisa in una crisi isterica le cui ragioni, molto probabilmente, sembrano non avere nulla a che fare con il fratello e la sorella. 

Avere un fratello o una sorella è fantastico! Tranne quando litighiamo. Questo libro te lo racconta. Elisenda Roca ci racconta cosa succede quando si cresce e si «diventa» fratelli. Un album illustrato che parla di un fratello e una sorella che si amano così tanto da litigare continuamente! Un’innata, adorabile, irrinunciabile rivalità tra fratelli. Un viaggio tra le gioie e i dolori del vivere in 2…

#5: Capire quanto i limiti siano “negoziabili”

Se il tuo bambino di 2 anni stesse fermo, quando tu gli dici di farlo, non sarebbe un bambino di 2 anni. Infatti tra la tua richiesta e la decisione di obbedire passa il mare. Ed è giusto che sia così. Infatti è solo attraverso un rapporto che alterna imitazione e ribellione che il bambino scoprirà chi è e quali, delle regole che lo circondano, sono inderogabili e quali “negoziabili”

Infatti anche le regole di mamma e papà possono avere un margine, più o meno elastico, di tolleranza. E non c’è nulla di male in questo. Ma il bambino deve riuscire a capire quale sia il range di contrattazione, per ogni singola regola. E, per riuscirci, può ricorrere a opposizioni di diversa intensità. Dalla semplice richiesta ripetitiva e ostinata, fino alla crisi isterica in piena regola.

#6: Vuole davvero e solo ciò che sta chiedendo

Perché complicarti sempre la vita? Magari quello che ti sta chiedendo è esattamente ciò che vuole. E se per te rappresenta un qualcosa di insignificante, non è detto che abbia lo stesso valore anche per tuo figlio. Allora, in questo caso, devi decidere se concedergli ciò che chiede, oppure no. Se decidi di accontentarlo, però, non accompagnare il gesto con un’espressione di disprezzo. Per esempio, evita di dire: “Eccoti le tue patatine! Sei un proprio un rompiscatole insopportabile!”. Piuttosto motiva semplicemente la ragione per cui hai deciso di cedere, accompagnandola sempre con parole dolci. 

Perché non riesco a trattenere la rabbia e mi viene da urlare?

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#1: La rabbia è contagiosa

La rabbia del tuo bambino in qualche modo ti condiziona e ti trascina. Così è più istintivo urlare e minacciare punizioni, piuttosto che assumere quell’atteggiamento pacato che risolverebbe la situazione senza lasciare traumi. Né a te, né a tuo figlio. 

Altre volte, invece, potresti cadere nell’errore di sminuire, con rabbia, il motivo del capriccio, dicendo cose del tipo: “Stai facendo un macello per niente!”. O, ancora, ti può venire spontaneo etichettare il bambino “capriccioso” con diversi appellativi poco gradevoli. E la gamma può variare di molto, anche da regione a regione. 

Ebbene, ognuna di queste risposte, sebbene possano uscire spontanee e naturali, sono del tutto controproducenti. 

E poi, pensaci, se ti abbandoni a questi atteggiamenti, adesso che ha tra i 2 e i 3 anni, finirai per abituare te stessa a questa rabbia. E, negli anni, rischierai di fossilizzarti su questo atteggiamento, e usarlo per rispondere ai tuoi figli, anche quando saranno adolescenti. Ed è in questa fase che un genitore comincia davvero a chiedersi: “Ma perché i miei figli non mi ascoltano? Ma perché i miei figli non mi raccontano mai nulla?”. 
Ora, tuo figlio ha solo 2, 3 o 4  anni e tu hai tutto il tempo per abituarti a trovare delle strade alternative alla rabbia, per rispondere ai suoi capricci. Non perdere questa occasione…   

Rispondere alla rabbia con altra rabbia viene naturale. Ma è  la reazione in assoluto meno utile per risolvere una tensione con i bambini.

Con cosa sostituire le urla? Leggi i consigli pratici di una mamma pedagogista. E scopri un nuovo modo di comunicare con i tuoi figli. Dai terribili due in poi.

#2: Il tempo è tiranno

La crisi isterica del tuo bambino, generata dal capriccio, ti fa perdere tempo. Per questo contenere la rabbia diventa un’impresa titanica.

Per esempio, se il tuo bambino di 2 anni la mattina rifiuta di vestirsi, o non vuole salire sul seggiolino per andare all’asilo. E, dopo le tue comprensibili insistenze, dovesse dare sfogo a una crisi isterica, finirà per farti arrivare tardi al lavoro. Questo, probabilmente, ti obbligherà a giustificarti di fronte al capo e, se non è la prima volta, dovrai anche sorbirti una fastidiosa predica. Con queste premesse, come fai a non urlare, di fronte a tuo figlio?

Tuttavia rifletti. È poi così vero che urlare e arrabbiarti calmerà la crisi isterica del tuo bambino nel giro di poco? Non è più probabile che la tua rabbia esasperi la situazione e prolunghi, piuttosto che accorciare, la durata della crisi isterica

Il tuo bambino vuole scegliere i vestiti ogni mattina? Non continuare a dirgli no. Piuttosto metti a sua disposizione un appendiabiti a misura di bambino. Ci posizioni sopra 2 alternative per ogni capo e lasci che sia lui o lei a scegliere.

Stimoli la sua autonomia, non ti stressi e arrivi in orario al lavoro! 

#3: Consideri solo l’aspetto esplicito del capriccio e ti infuri

La futilità del capriccio non può che farti infuriare, se paragonata al disagio che dovrai sopportare, quando timbrerai in ritardo al lavoro. 

Ma adesso sai che i capricci vivono su due dimensioni e questo dovrebbe aiutarti a vedere la cosa in modo diverso. Infatti quel bambino in piena crisi isterica che urla, piange e si dimena è possibile che abbia una ragione profonda per farlo. Ed è anche possibile che questa ragione in qualche modo dipenda da te (stanchezza, fame, gelosia, situazioni troppo stressanti…)

Tuttavia non devi colpevolizzarti e fustigarti. Ma piuttosto aggrapparti a questo ragionamento per riuscire a provare empatia. E non cedere alla tentazione di urlare.

Che fare davanti alle crisi isteriche dei bambini di 2 anni

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Ed eccoci finalmente arrivati al punto più interessante del nostro viaggio. Se l’ho lasciato per ultimo non è un caso. Infatti tutte le premesse fatte fino a ora serviranno per farti accettare più volentieri la fatica che sto per proporti. Perché reagire in modo efficace alle crisi isteriche dei bambini di 2 anni comporta un grande lavoro, prima di tutto, su te stessa. Ma ti assicuro che ne vale la pena. Perché, una volta terminata l’età fisiologica dei capricci, il carattere del tuo bambino ne uscirà più solido. E così anche la vostra relazione!

Quindi, come calmare una crisi isterica di un bambino di 2 anni? vediamo insieme i 6 comportamenti da adottare, al posto della rabbia e delle urla.

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#1. Domina la rabbia

Come abbiamo già detto, è facile che la crisi del bambino ti trascini ad avere una reazione “rabbiosa”. Ma questo non ti aiuterà né a risolvere il problema, né ad arrivare in tempo al lavoro. Allora perché lo fai? La risposta potrebbe essere “per sfogarmi”. E su questo hai perfettamente ragione. Perché nessuno di noi è un santo e martire. Ma se questo è il tuo bisogno, il miglior modo per rispondere alle crisi isteriche di un bambino di 2 anni è allontanarti un attimo. Girati dall’altra parte, vai in un’altra stanza, cambia prospettiva e respira. Conta fino a 10, 100, 1000 e poi, quando sentirai che il sangue è defluito dal cervello, torna dal tuo bambino. E magari anche lui o lei, lasciato un attimo libero, avrà avuto il tempo per risollevarsi dal suo stato di rabbia. 

Ricorda solo di non accompagnare la tua uscita con “male parole”. Piuttosto limitati a dire: “Adesso sono veramente arrabbiata. Vado di là un secondo a calmarmi”. In questa maniera avrai nominato il sentimento e dato al bambino un esempio pratico su come gestirlo senza fare “scenate”.

Rispondere alla rabbia con altra rabbia viene naturale. Ma è  la reazione in assoluto meno utile per risolvere una tensione con i bambini.

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#2: Minacce e punizioni non servono

Lanciare minacce e punire non potrà certo migliorare la situazione. Perché significa riconoscere il capriccio solo come la punta dell’iceberg. E questo non aiuterà a far luce sul disagio nascosto che ha causato il capriccio e la crisi isterica.

Tanto meno è utile mollare uno schiaffo, anche se di tanto in tanto. A questo proposito puoi approfondire le conseguenze negative che hanno le punizioni corporali sul carattere dei bambini.

Quel suo modo di fare (lanciare oggetti, sputare, spingere, picchiare,…) ti esaspera e alla fine decidi che punirlo/a sia l’unica soluzione possibile.

E se ti dicessi che esistono ben 6 altri approcci, molto più efficaci, per risolvere il vostro problema, senza punirlo/a?

Puoi usarli in sequenza o scegliere di usarne uno alla volta. Quali sono e come funzionano? Scoprilo nel libro-manuale che ha ispirato milioni di genitori, negli ultimi 20 anni.

#3: Evita di dare “etichette”

“Sei un piantagrane! Un rompiscatole, ti odio quando fai così! Che bambino viziato, capriccioso, ribelle, testardo, eccetera”.

Sebbene possa venire spontaneo dare queste etichette ai bambini, non è affatto sano per il loro equilibrio. Infatti, a lungo andare, continuando a sentire queste definizioni, è possibile che il bambino finisca per diventare davvero ciò di cui, abitualmente, lo si accusa

Allora per rispondere alle crisi isteriche di un bambino di 2 anni è meglio nominare l’azione che ti ha fatto infuriare, e l’effetto che ha scatenato in te, piuttosto che etichettare tuo/a figlio/a.

“Non mi piace quando ti rifiuti di salire sul seggiolino”. “Mi fa arrabbiare vederti correre nudo per la stanza, mentre cerco di vestirti”. “Mi mette a disagio vederti urlare in mezzo al supermercato perché vuoi le patatine”. Magari, però, questo genere di discorsi è meglio farli a crisi esaurita, quando sarete entrambi più calmi. 

I bambini diventano ciò che noi grandi gli diciamo che sono. Una delle autrici fa l’esempio di suo figlio. Fin dalla nascita il bambino dimostrava una certa rigidità di pensiero e lei esprimeva ad alta voce questo pensiero, lamentandosi spesso della sua “testardaggine“. 

Ma crescendo si rese conto di quanto questa definizione stava realmente modellando il carattere del suo bambino. E rimase stupita di cosa accadde, quando decise di smettere di chiamarlo “testardo”.

#4. Mantieni un tono di voce calmo o taci

Se urlare non ti aiuterà ad arrivare puntuale al lavoro, magari anche parlare con calma o tacere non accorcerà i tempi del capriccio. Ma, certamente, non li allungherà. Infatti rispondere alla frustrazione con rabbia può significare creare nuova frustrazione, nuova rabbia e tanto tempo in più perso. 

Invece un tono di voce calmo avrà certamente un effetto lenitivo anche sull’animo esasperato del piccolo duenne. E il silenzio, unito alla vicinanza, gli permetteranno di esprimere quel tumulto che ha dentro con i suoi tempi, senza forzature. Questo non significa ignorarlo, ma semplicemente rispettarlo e farlo sentire amato, anche mentre sembra Regan del film “L’esorcista”.

Quindi la vicinanza, anche se silenziosa, dovrà essere effettiva presenza. Quindi no a guardare i cellulare, no a fare altro mentre il bambino si rotola per terra, eccetera. 

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#5: Contieni fisicamente, anche in maniera decisa

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Talvolta il capriccio avviene lontano da noi, altre volte capita che lui o lei ci stia in braccio. In questo secondo caso cercare di contenere il movimento del bambino, anche con una stretta energica non è un male. La cosa importante è che accompagni il gesto deciso con un tono di voce calmo e pacato

Puoi tenere presente questo consiglio anche per riuscire a terminare un’operazione, mentre il capriccio è ancora in atto. Per esempio se devi cambiargli il pannolino e lui non vuole stare fermo, o  vestirlo e poi convincerlo a sedersi sul seggiolino auto. Se hai poco tempo puoi “forzare” ogni singola azione, ma senza esasperare l’animo del bambino più del necessario. Quindi un tono di voce calmo che anticipa il movimento che stai per fare può aiutarti a terminare l’operazione in tempi brevi, anche nel pieno della crisi isterica.

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#6: Considera se è possibile accontentare la sua richiesta

Non vuole andare da qualche parte? Oppure vuole assolutamente qualcosa? O non vuole che gli venga fatto qualcos’altro? Di fronte a un capriccio si può persino prendere in considerazione l’ipotesi di accontentarlo. Infatti non farlo, quando è possibile, significa esercitare un inutile potere coercitivo, il cui unico scopo è sottolineare chi comanda.

Ma l’epoca del “padre padrone” ha fatto il suo tempo. E adesso un genitore 2.0 può addirittura prendere in considerazione la richiesta di un bambino di 2 anni! Non è meraviglioso? Però per farlo bene non basta dire “Sì”. Infatti la cosa importante è motivare la decisione e, soprattutto, non accompagnare il “Sì” con il disprezzo.

Come ho già detto, frasi del tipo “Eccoti il tuo pacchetto di patatine, rompiscatole!”, per esempio, non rallegreranno il bambino più di quanto potrebbe fare un “No”. Piuttosto accompagna il gesto con un “Ti voglio bene”…l’importante è che ti venga spontaneo. Altrimenti è sempre meglio tacere.

Tuttavia, anche se decidi di accontentare il “capriccio” del bambino è meglio fare una veloce analisi circa la ragione che può aver scatenato quel particolare capriccio. Non si sa mai che nasconda qualcosa che richiede di essere approfondita.

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Crisi isteriche nei bambini: quando preoccuparsi?

 

Il modo eclatante in cui un bambino di 2 anni manifesta la sua rabbia può far sorgere in un genitore il dubbio che il figlio soffra di qualche problema psicologico. Infatti i “capricci”, a 2 anni o giù di lì, possono sfociare in vere e proprie crisi isteriche. Durante le quali il bambino, urlando, contorcendosi e piangendo, può arrivare a perdere il fiato e avere delle vere proprie convulsioni

Quindi, al di là di sapere come reagire ai capricci di un bambino di 2 anni, è bene essere consapevoli del limite entro cui queste crisi isteriche possono essere considerate “normali” e fisiologiche. E quando, invece, preoccuparsi.

Vediamo, allora, le 5 caratteristiche da osservare nei capricci per capire se possono nascondere un problema più profondo.

#1: Le crisi isteriche avvengono con una certa frequenza

Sebbene non ami “fare di conto” quando si parla di bambini,  è anche vero che limitarmi a dire “avvengono frequentemente” non può dare un’idea precisa. Infatti la percezione personale può cambiare molto da un genitore all’altro. Quindi cerco di dare qualche numero. Per “frequenza elevata” si intendono 10-20 episodi al mese, in ambito casalingo. Oppure 5 episodi al giorno, in più giorni distinti, fuori casa. Questa distinzione, tra casa e fuori, è importante, perché in ambito familiare la routine dovrebbe essere più ripetitiva, quindi scoraggiare il bambino dall’avere crisi di rabbia. Inoltre occorre guardare a queste manifestazione nel lungo periodo e metterle in relazione a eventuali cambiamenti avvenuti in famiglia. Infatti traslochi, viaggi, separazioni, nuove convivenze e novità in genere possono mettere a dura prova l’animo sensibile di un bambino.

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#2: Lunghezza della crisi isterica

Le crisi isteriche dei bambini di 2 anni, normalmente, tendono a esaurirsi nell’arco dei 10 minuti. Tuttavia possono essere anche più lunghe, soprattutto in risposta alla reazione del genitore. Per questo è bene usare metodi efficaci per reagire ai capricci, in modo che la rabbia, anche se isterica, duri giusto il tempo necessario e non di più. Però, se anche di fronte a una reazione “da manuale”, il bambino dovesse avere crisi isteriche superiori ai 25 minuti, con la frequenza che ho indicato sopra, è possibile che la sua rabbia incontrollata nasconda qualcosa di più serio.

#3: Violenza insolita e distruttiva

Un bambino di 2 anni che picchia o morde non deve destare particolare apprensione. Ed esistono dei comportamenti che noi genitori possiamo mettere in pratica per prevenire o gestire le crisi violente dei bambini di 2 anni. Tuttavia se la violenza diventasse distruttrice allora occorre allertarsi. Soprattutto se questo comportamento non è qualcosa che il bambino può aver imparato per imitazione in famiglia

#4: Il bambino non riesce a calmarsi da solo

La crisi isterica ha un andamento ad arco: nasce, si sviluppa e poi, giunta all’apice, comincia a diminuire d’intensità. E se un genitore reagisce con i modi che ho descritto e tanta empatia, vedrà la crisi di rabbia risolversi da sola. Se questo, però, non dovesse avvenire mai o quasi mai, è meglio parlarne col proprio medico.

#5: Autolesionismo

Anche l’autolesionismo, come la violenza proiettata verso l’esterno, deve avere dei limiti. Quindi se un bambino, durante una crisi isterica, dovesse sbattere la testa violentemente, trattenere il respiro o mordersi ci sta dando un segnale di malessere che va oltre il capriccio.

Conclusione

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È stata lunga, ma siamo arrivate al termine di questo viaggio intorno alle crisi isteriche dei bambini di 2 anni, abbiamo visto che fare e quando bisogna preoccuparsi. 

Alla fine di tutto, credo che la parola più importante sia una sola. Ovvero “EMPATIA“. Quindi immedesimarti nel malessere della piccola persona che hai davanti, senza giudicare e riuscire a farla sentire amata, nonostante tutto. Solo così potrete costruire insieme, crisi dopo crisi, una meravigliosa relazione. E vedrai che col tempo i capricci più eclatanti saranno destinati a esaurirsi. Ma perché questo accada è importante che tu sia il più possibile presente e preparata. Quindi leggi, informati, approfondisci, confrontati e mettiti in discussione. Perché quello del genitore non ha niente da invidiare a un vero e proprio lavoro!

E ogni compito deve essere affrontato con amore e metodo. Quindi, di fronte a una crisi isterica del tuo bambino/a, cerca di dosare sapientemente parole e silenzi. E, soprattutto, sforzati di dominare la tua stessa rabbia. Talvolta ci riuscirai, altre volte no. Non ti devi preoccupare, perché anche noi mamme e papà siamo esseri umani e può capitarci di tornare un po’ bambini. Così finiamo per urlare, o addirittura piangere. Ma non importa perché, se non diventa la regola, dimostrerà solo al bambino che nessuno è perfetto, nemmeno i suoi genitori. E per lui o lei sarà una grande consolazione!

Insomma, reagire nel modo giusto alle crisi isteriche di un bambino di 2 anni non è semplice, ma in gioco c’è il mondo che stiamo costruendo e che speriamo possa essere sempre un po’ migliore. Anche grazie al lavoro che, oggi, ci stiamo impegnando a fare con gli adulti di domani.

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