“Quanto pesa?” è la domanda che viene spontaneo fare a una neomamma, rispetto al nuovo arrivato. Tuttavia la risposta giusta potrebbe essere un’altra domanda. Ovvero: “Prima o dopo il calo fisiologico neonatale?“.
Infatti i neonati, nei giorni successivi alla nascita, tendono tutti, o quasi, a perdere una certa percentuale del loro peso. Ma perché un neonato perde peso? E quanto può calare di peso un neonato, prima che la situazione diventi preoccupante? Infine, come rimediare al calo fisiologico neonatale se si è deciso di avviare un allattamento al seno?
Vediamo insieme le risposte a tutte le possibili domande che un neo genitore può avere riguardo al calo di peso del proprio bebè, nei primi giorni di vita.
Calo fisiologico neonatale.
#1: A cosa è dovuto il calo fisiologico neonatale?
Il neonato nasce e si sviluppa per mesi all’interno di un ambiente liquido. Di conseguenza tutti i suoi tessuti risultano abbondantemente irrorati. Ma la situazione cambia notevolmente subito dopo la nascita. Infatti da quell’ambiente liquido il bambino passa a un ambiente gassoso che lo porta, necessariamente, ad “asciugarsi”.
Sia attraverso la semplice esposizione all’aria, che attraverso la perdita delle prime urine, del meconio e la respirazione.
Cosa fare se un neonato non aumenta di peso?
Il calo fisiologico neonatale comincia subito dopo la nascita, tocca il suo apice dopo circa 3 giorni e poi tende a risolversi da solo. Perché, in linea di massima, il bambino incomincia ad assumere liquidi in quantità superiore a quelli che tende a perdere.
Ma cosa fare se un neonato, dopo 3-5 giorni non accenna ad aumentare di peso?
I fattori possono essere molteplici. E anche se non si può totalmente escludere la presenza di una “patologia”, è anche vero che si tratta di casi estremamente rari. Ciò non toglie che sia meglio intervenire tempestivamente. Soprattutto per evitare il rischio di disidratazione del neonato.
In ogni caso va sempre tenuto presente che il peso non è l’unica variabile da considerare, quando si parla di salute del neonato. Infatti è importante osservare attentamente l’aspetto generale del bambino. Pelle e occhi, per esempio, devono apparire idratati. E il numero di pannolini di pipì deve aggirarsi intorno ai 5 giornalieri.
Tuttavia una visita generale del neonato è opportuna. Infatti, dopo le dimissioni dall’ospedale che di solito avvengono 3 giorni dopo il parto, viene già fissata una prima visita a distanza di 5 giorni dalla nascita.
Calo fisiologico neonatale e allattamento al seno
Se la mamma ha deciso per un allattamento al seno esclusivo è possibile che si verifichi un calo fisiologico più accentuato. E anche qualche difficoltà in più a far recuperare al neonato il peso perso. Per questo è fondamentale che la neo mamma venga seguita e consigliata da professionisti dell’allattamento.
Purtroppo, però, questo non sempre avviene. Infatti in molte strutture si ricorre alla “giunta” di latte in formula, per compensare eventuali carenze nell’allattamento al seno. Questa scelta, però, pur fornendo una soluzione immediata, rischia di ostacolare o addirittura impedire la continuazione di un allattamento al seno. Perché la prima condizione da cui nasce una corretta “montata lattea” è proprio l’attacco precoce e costante del bambino. Soprattutto durante i primi 40 giorni di vita. Quindi una “giunta” “breastfeeding friendly” può consistere, per esempio, in una certa quantità di latte materno tirato e somministrato attraverso una siringa senza ago.
Certamente la prima cosa che una neo mamma deve sapere sull’allattamento al seno è che non è una passeggiata. Ma non c’è nulla di impossibile. La cosa importante è informarsi e non temere di chiedere aiuto. Infatti una neo mamma a inizio allattamento è possibile che cerchi le risposte a questi 8 classici dubbi che una neo mamma ha sull’allattamento al seno.
Inoltre un attacco errato può essere la causa di piaghe ai capezzoli che possono rendere l’allattamento eccessivamente doloroso. Ma bisogna sempre tenere presente una cosa: allattare al seno non provoca alcun tipo di dolore. Se il bambino ci sta facendo male significa solo che dobbiamo correggere l’attacco.
Oppure è anche possibile che appaia un puntino bianco sul capezzolo o un ingorgo mammario.
Ma se si è tra le fortunate che riescono ad avviare l’allattamento senza particolari intoppi, potrebbe comunque essere utile conoscere i migliori modi per aumentare veramente la produzione di latte materno.
Come e ogni quanto va pesato un bebè?
Il rituale della “doppia pesata”, prima e dopo la poppata, ha ormai fatto il suo tempo. E non a caso. Infatti da ogni poppata il bambino non ricava sempre la stessa quantità di latte. Quindi una differenza minima di peso potrebbe non essere affatto rivelatoria di un reale problema.
Quindi la cosa importante è pesare il bambino sempre alla stessa ora, considerando anche il peso di ciò che indossa. Infatti un pannolino pieno di pipì pesa sicuramente più di un pannolino vuoto. E una tutina in ciniglia è più pesante di un body in cotone.
Quindi sarebbe bene pesare il bambino nudo. Ma se il clima non lo consentisse, è meglio badare a usare sempre lo stesso tipo di vestiario e pesarlo subito dopo aver cambiato il pannolino.
Per quanto riguarda la frequenza, non occorre pesarlo tutti i giorni. Tuttavia nei primi 10-15 giorni è bene monitorare la sua crescita ogni 2-3 giorni, fino al raggiungimento del suo peso alla nascita.
Successivamente basterà una pesata al mese e seguire il più possibile le visite di routine dal pediatra, previste nei primi 12 mesi di vita.
Infatti l’aumento di peso non è un dato che può essere letto da solo. Ma piuttosto va messo in relazione all’altezza e alla regolarità di crescita. E il pediatra è la persona più indicata per dirci se c’è o meno un problema legato allo sviluppo del bambino.
Conclusione
Il calo fisiologico neonatale è un argomento appassionante e preoccupante, soprattutto per le neo mamme che hanno deciso per un allattamento al seno esclusivo. Infatti il dubbio di avere poco latte o poco nutriente è sempre dietro l’angolo. Ma è un timore che nasce da motivazioni il più delle volte infondate. Perché la possibilità che una madre non abbia abbastanza latte per il proprio figlio è rarissima e altrettanto lo è il rischio di produrre latte “acquoso”.
La cosa importante è attaccare il bambino ogni volta che piange, senza darsi orari scadenze. Almeno per tutto il primo mese e mezzo. Sebbene sia una condizione difficile da reggere, la forza di volontà può portare una donna a fare qualunque cosa. Persino allattare un figlio adottivo o recuperare un allattamento al seno dopo mesi dal parto.