Nei miei post troverai consigli, ma mai giudizi. Piuttosto una pacca sulla spalla. Perché, amica, amico, essere genitore è davvero il mestiere più difficile che ci sia! Clicca qui per conoscere la mia storia…
La tua gravidanza sta per finire. Probabilmente sei al nono mese e cominci a interrogarti su come potrai riconoscere le contrazioni del parto.
Le domande, infatti, abbondano. Quanto saranno dolorose? Come faccio a capire se è il momento giusto per andare in ospedale? Quanto dureranno le contrazioni del parto?
In questo articolo cercherò di dare una risposta ad ognuna di queste domande. In modo da tranquillizzarti e renderti più consapevole riguardo a ciò che ti aspetta. Soprattutto se per te è la prima volta e hai già sentito tante storie raccapriccianti, di chi ci è già passato.
Fai tabula rasa di tutto ciò che hai sentito dire fino a ora e scopri finalmente cosa sono, come si presentano e che durata hanno le contrazioni del parto.
Il primo stadio del travaglio
Voglio, prima di tutto, rassicurarti su una cosa. Ovvero, il momento del parto, vero e proprio, non arriva all’improvviso. Ma piuttosto è anticipato da una serie di “stadi intermedi” che è importante che tu conosca, per non farti cogliere alla sprovvista.
Il primo stadio del travaglio, per esempio, inizia quando le contrazioni del parto cominciano a essere più regolari e termina quando il collo dell’utero raggiunge una dilatazione di 10 cm circa.
A sua volta il primo stadio del travaglio si suddivide in 3 fasi. La fase latente, attiva e di transizione.
#1. La fase latente
Il questa primissima fase del travaglio l’utero è scosso da contrazioni irregolari e ancora poco dolorose. Infatti, se anche le dovessi percepire, sentiresti qualcosa di simile ai dolori mestruali.
Tuttavia queste prime contrazioni del parto sono importantissime. Infatti permettono al collo dell’utero di assottigliarsi, ammorbidirsi e appiattirsi.
In sostanza il collo dell’utero è una struttura cilindrica spessa circa 2 cm che “chiude” l’utero stesso. Ma grazie alle prime contrazioni del parto questa “porta chiusa” pian piano si allarga e si dilata, per permettere, nelle fasi successive, la discesa del tuo bebè.
Le contrazioni del parto, nella fase latente, arrivano ogni 15-20 minuti e non durano più di 30-60secondi.
Consiglio:
In questa primissima fase restare in piedi e camminare aiuterà la dilatazione del collo dell’utero e il progredire del travaglio
#2. La fase attiva
Quando le primissime contrazioni del parto saranno riuscite a dilatare il collo dell’utero fino a fargli raggiungere i 3 cm circa, inizia la fase attiva.
In questa seconda fase le contrazioni diventano più regolari e dolorose. Infatti si presenteranno, inizialmente, ogni 10-15 minuti. Ma alla fine della fase attiva la contrazione successiva arriverà a 2 minuti circa dal termina della contrazione precedente.
Se prima il dolore era concentrato nella parte finale dell’utero, adesso sentirai che i dolori scendono dall’alto dell’utero fino in basso.
Queste ulteriori contrazioni del parto portano la dilatazione da 4 a 9 cm. Quanto durerà questa fase? Sfortunatamente non è possibile dare una risposta a questa domanda. In genere il collo dell’utero si dilata di 1 cm all’ora. Tuttavia se si tratta della seconda o terza gravidanza i tempi potrebbero essere più rapidi.
Quando le contrazioni del parto si stabilizzeranno intorno ai 5 minuti, sarà il momento di prendere la borsa e andare in ospedale.
#3. La fase di transizione
Questa terza fase del travaglio raccoglie le contrazioni del parto che stanno tra il momento in cui il collo dell’utero è completamente dilatato e il momento in cui si sente la necessità di spingere.
Le contrazioni, ora, sono intense, arrivano ogni 30-90 secondi e durano tra i 60 e 90 secondi. Il travaglio è giunto al culmine.
Il secondo stadio del travaglio e le contrazioni del parto vero e proprio
Il collo dell’utero, ora, ha finalmente raggiunto i 10 cm ed è arrivato il momento di spingere.
Infatti le contrazioni del parto che avrai sperimentato fino a questo momento saranno servite per “creare il passaggio”. E il tuo compito sarà stato quello di “farti attraversare” dal dolore. Sopportarlo e passare oltre, fino alla contrazione successiva.
Da questo momento in poi, invece, il tuo ruolo cambia, diventando più “attivo”. Ed è la natura stessa a suggerirti cosa dovrai fare.
Infatti a ogni contrazione sentirai il bisogno di spingere. Anche se tu fossi sola, senza nessuno intorno a dirti cosa devi fare e non avessi letto nulla riguardo al parto, sapresti che è arrivato il momento di spingere più forte che puoi, quando il dolore tocca l’apice.
Respira, spingi, riposa
All’inizio di ogni contrazione, mentre senti che il dolore comincia a crescere, prendi un bel respiro, lo trattieni e punti i piedi.
Quindi è il momento di spingere. Per farlo nel modo giusto devi immaginarti dove si trova il bambino e il movimento che dovrà fare per uscire. Quindi durante la spinta dovrai contrarre i muscoli addominali a livello della pelvi.
Consiglio:
Non fare un solo grande respiro per poi trattenere il fiato. Piuttosto cerca di fare tre respiri distinti e spingere tre volte, durante la stessa contrazione. In questo modo non sarai a corto di ossigeno.
Quando la contrazione del parto sarà terminata non dovrai più spingere. Infatti quello sarà il momento di riposarti e riprendere fiato in attesa della contrazione successiva.
In questa seconda fase è possibile che sentirai persino meno dolore. Questo perché la spinta, in qualche modo, ti fa scaricare il dolore e lo rende più sopportabile.
La quiete prima della tempesta
È arrivato il momento di raccontarti una piccola esperienza personale.
Quando partorii il mio secondo bambino arrivai alla seconda fase piuttosto in fretta. Infatti nel giro di un’ora la dilatazione raggiunse i 10 cm e cominciarono le contrazioni del parto. Respirai e spinsi per un po’, finché, di punto in bianco, le contrazioni smisero di darmi l’istinto di spingere.
Fu allora che persi ogni certezza. La mente si riempì delle parole di tutte le donne che avevano subìto 70 ore di travaglio. E pensai con terrore: “Adesso tocca a me!”.
L’ostetrica continuava a ripetermi che il mio corpo mi stava solo concedendo un momento di riposo, prima della ultime 3 contrazioni. E che mancava pochissimo per conoscere il mio bambino. Ma io non le credevo e continuavo a ripetere: “Voglio morire!”.
Indovina come è andata a finire? Aveva ragione l’ostetrica. Quando le contrazioni mi diedero nuovamente l’istinto di spingere ci vollero solo 3 spinte per far uscire il bambino.
Questo per dirti che se ti dovesse capitare, credi all’ostetrica e approfittane per riposarti. Piuttosto che per fare testamento, come invece ho fatto io!
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